
Addio sprechi, solo così dimezzi la bolletta dell’acqua senza sacrifici - winestories.it
Ogni giorno migliaia di litri d’acqua vengono consumati inutilmente. Ecco come ridurre gli sprechi domestici con gesti concreti e soluzioni accessibili.
In Italia si consuma più acqua potabile di qualsiasi altro Paese europeo. Una media che oscilla tra i 150 e i 215 litri al giorno per persona, con picchi più alti nelle grandi città e nei mesi estivi. Un dato che colloca l’Italia addirittura al terzo posto nel mondo, dietro soltanto a Stati Uniti e Canada. Il problema non è soltanto la quantità d’acqua utilizzata, ma anche quella che viene dispersa senza motivo: impianti colabrodo, abitudini scorrette, dispositivi obsoleti. Una perdita media di 42 litri ogni 100 immessi nella rete idrica racconta bene lo stato degli acquedotti, molti dei quali costruiti decenni fa e mai più ammodernati.
A tutto questo si somma l’uso quotidiano, spesso inconsapevole, dell’acqua in casa: lavaggi inutili, docce troppo lunghe, lavatrici mezze cariche, rubinetti che perdono. Eppure, ridurre questi sprechi è possibile e, in molti casi, nemmeno complicato. Serve solo cambiare alcune abitudini consolidate. Un gesto ripetuto ogni giorno può incidere più di quanto si pensi. E se milioni di persone lo fanno insieme, la differenza si misura in miliardi di litri risparmiati ogni anno.
Dove finisce tutta l’acqua: le cifre che non tornano
Il sistema idrico italiano parte da un patrimonio teoricamente abbondante: 52 miliardi di metri cubi di acqua disponibili. Una quantità importante, che però viene erosa da diversi fattori. La metà di questa risorsa va al settore agricolo, un altro 10% serve alla produzione energetica, mentre il restante 40% viene destinato agli usi civili. Proprio in quest’ultima fascia si annida una delle percentuali più alte di spreco. Gran parte dell’acqua potabile finisce letteralmente giù dallo scarico, sia in senso figurato che reale. Una doccia standard, ad esempio, può consumare 60 litri in pochi minuti. Ogni volta che si aziona lo sciacquone, se non si dispone di uno scarico a doppio tasto, si usano almeno 12 litri. Un rubinetto lasciato aperto per lavarsi i denti consuma 8 litri al minuto. E un rubinetto che perde, senza essere riparato, può sprecare fino a 200 litri al mese.

Le città più grandi registrano perdite maggiori a causa della vetustà delle tubature. In alcuni comuni del Sud, l’acqua non arriva nemmeno a tutti i quartieri nelle ore di punta. Eppure, spesso, si continua a comportarsi come se fosse una risorsa illimitata. La verità è che non lo è più. Il cambiamento climatico ha ridotto la portata di molti bacini e reso sempre più instabili le forniture. Gli invasi artificiali non si riempiono come una volta, e i ghiacciai, da cui dipende buona parte delle riserve estive, si stanno sciogliendo a una velocità mai registrata prima. L’Agenda 2030 dell’ONU, al punto numero 6, indica chiaramente l’urgenza di garantire a tutti acqua pulita e servizi igienico-sanitari. Un traguardo che richiede impegno a tutti i livelli. E il primo passo, spesso, parte da casa propria.
Le contromosse domestiche: cosa può fare ognuno
Risparmiare acqua non vuol dire rinunciare al comfort. Significa, più semplicemente, usarla con intelligenza. Una delle prime azioni utili è installare i frangigetto, accessori economici che riducono il flusso senza abbassare la pressione. In media si può ottenere un risparmio del 30-50% per ogni rubinetto dotato di questo sistema. Per i bagni, esistono scarichi con doppio pulsante, che permettono di scegliere la quantità d’acqua in base al bisogno. I modelli più efficienti utilizzano solo 2,7 litri per scarico parziale.
Anche in cucina e lavanderia, i margini di risparmio sono ampi. Una lavastoviglie moderna, in modalità eco, consuma meno di 10 litri per ciclo. Lavare i piatti a mano può arrivare a 40 litri, soprattutto se si lascia l’acqua aperta durante l’insaponatura. Stesso discorso per la lavatrice: conviene farla partire solo a pieno carico, sfruttando i programmi ecologici che adattano i consumi in base al peso e al tipo di sporco. Alcuni modelli dispongono di sensori intelligenti che ottimizzano l’acqua e riducono anche l’uso di detersivi.
Sul fronte delle abitudini personali, la doccia breve vince sul bagno in vasca. Si calcola che una doccia con acqua chiusa mentre ci si insapona faccia risparmiare tra il 50 e il 70% di acqua. Infine, l’irrigazione del giardino andrebbe fatta dopo il tramonto, quando il terreno trattiene meglio l’umidità e l’acqua evapora meno. Innaffiare in pieno giorno è uno spreco evitabile. Così come lo è lasciare scorrere l’acqua mentre si cambia zona.
Il cambiamento può partire anche da qui. Perché ogni litro d’acqua risparmiato oggi, è una riserva in più per chi verrà dopo. E un segnale concreto che la sostenibilità non è solo una parola di moda, ma un impegno quotidiano. Anche tra le mura di casa.