Ho conosciuto Alessandro Sgaravatti parecchi anni fa, per un servizio fotografico su quelli che decidono di cambiare radicalmente lavoro. Alessandro era un giovane neurochirurgo , ed aveva deciso di mettersi a produrre vino. Era agli inizi, pieno d’entusiasmo. Aveva anche optato per una conduzione biologica delle vigne, scelta in quegli anni coraggiosa. Ricordo che mi aveva parlato a lungo di Gravner, suo primo maestro. Avevo passato un pomeriggio piacevole, e negli anni ogni tanto mi ero chiesto come fosse andata a finire la sua storia. Così, quando ho deciso di partire con il blog, ho subito pensato a lui. Detto fatto, eccomi a Monselice, nel Castello di Lispida.
Alessandro non è cambiato, sembra sempre un ragazzo, anche se ora è un signore con famiglia.
Diciamo la verità, è uno che si tratta bene. Vive in un castello meraviglioso, provvisto di cantine spettacolari. Una visita alla sua azienda lascia senza fiato. Così come una degustazione dei suoi vini, tutti molto particolari, frutto delle continue sperimentazioni di Alessandro, dall’affinamento dei vini in anfore al solo sfalcio del vigneto per non alterare gli strati del suolo.
Degli anni di studio deve essergli rimasto il gusto dello studio e della ricerca. Le sue non sono infatti scelte dogmatiche, ma tentativi di lasciare quanto più inalterato possibile il lavoro della natura, e restituire al palato tutta la ricchezza dell’uva. E se al primo assaggio ho provato un vago sconcerto, ho poi imparato ad amare questi vini così ricchi di personalità.
Per saperne di più: www.lispida.com
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