Amorim Cork, ovvero tutto quello che avrei voluto sapere, e forse anche di più, sul sughero e i suoi derivati.
Sotto le amorevoli cure di Carlos Veloso Dos Santos, direttore generale della Amorim in Italia, così amorevoli che devo aver messo tre chili in cinque giorni,ho avuto modo di vedere tutte le fasi di produzione dei tappi in sughero. Non ero solo, c’erano una dozzina di giornalisti di settore più un intruso (io), e abbiamo attraversato più volte il Portogallo, come palline di un flipper, con tutti i mezzi di locomozione possibili. Dall’aereo al bus, dalla barca alla mongolfiera. Viaggio molto proficuo, direi.
Innanzitutto, ho una cattiva notizia per quelli che fanno i ganassa quando stappano un vino, e con aria pensosa e trionfante esclamano: “Sa di tappo!”
Ebbene, avete i giorni contati. A detta dei tecnici della Amorim (produttrice annuale di 4 miliardi di tappi) le cause della formazione del tricloroanisolo, molecole responsabile dello spiacevole sentore, sono state isolate e comprese. E, inoltre, sono sempre più sofisticate le tecniche di selezione dei tappi prodotti, per cui aprire una bottiglia non sarà più come giocare alla roulette russa.
Affascinante la visita alle sugherete, dove non si può non rimanere ammirati dall’abilità dei decorticatori, che a diversi metri d’altezza e con pochi colpi d’ascia riescono a denudare un tronco in pochi minuti, e sotto un sole implacabile. Belli anche gli stabilimenti, dove comunque rimane grande l’apporto degli operai alle macchine e alla selezione, rendendo più umane le grandi catene di produzione.
E interessante il riciclo del sughero, dove tutti gli scarti di lavorazione e i tappi usati raccolti con il progetto etico confluiscono nella produzione di materiali da costruzione, arredamento e un’ infinità di altri oggetti.
Comunque, è tutto qui nel video, dove ancora una volta a fare da guida sarà l’espertissimo Carlos. Buona visita.
di più: amorimcorkitalia.com
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