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Winestories

Un blog che parla di vino, viti e vignaioli

Antolini

7 Novembre 2013 4 commenti

Se non  conoscete Pierpaolo, provate a immaginarvi un sergente degli alpini, alto e grosso, grandi mani, pizzo, burbero e dai modi cortesi ma spicci. E con la voce tonante di un sergente degli alpini che tema che le reclute dell’ultima fila possano non sentirlo. Un giro in auto con lui è un’esperienza di vita, si esce cercando con gli occhi un’agenzia dell’Amplifon.

Ha rilevato, con il fratello Stefano, i terreni dal padre Domenico e dallo zio Mario, nel ’92. In quattro anni hanno risistemato le marogne e rifatti gli impianti. Intanto che acquisivano esperienza si sono limitati a produrre uva, e nel 2000 hanno deciso che era giunto il momento di provarci, ed hanno iniziato a vendere le prime bottiglie. L’azienda è a Prognol, Marano di Valpolicella, e gli ettari sono otto, tutti di proprietà, ci tiene a specificare, dove si produce uva per 60.000 bottiglie. Non ci sono divisioni nette nel lavoro, ma Stefano ama più stare in campagna, e Pierpaolo segue cantina e clienti, in questo aiutato dalla moglie Michela.

“Produciamo 15.000 bottiglie di amarone, nei due vigneti di Marano (Moròpio) e Negrar (Ca’ Coato). Sono molto diversi tra loro, così come lo sono i due cru dai quali provengono. È questo il nostro lavoro, esaltare le differenze esistenti in natura, ogni vigneto ha la sua voce, bisogna ascoltarla. Con l’amarone è difficile, perché l’appassimento delle uve omologa i sapori, bisogna avere la mano leggera. Devono essere eleganti, non potenti. Usiamo solo uve Corvina, Corvinone e Rondinella. A volte Molinara, poca, per dare acidità.

Anche per il Ripasso vale il discorso dell’eleganza, non deve venir fuori un piccolo Amarone, deve raccontare una sua storia, non fare il riassunto di un’altra.

Il Recioto è strano. Piace a tutti, ma nessuno lo compra. Probabilmente l’aver creato degli Amaroni così strutturati ha rubato al Recioto il ruolo da vino di fine pasto, di vino da meditazione. Noi lo produciamo nelle annate migliori, e solo 5/6.000 bottiglie”.

Arriva anche Stefano, per le foto, ma devo essere rapido, è come se fosse scattato un allarme silenzioso, tutti devono scappar via, Pierpaolo deve incontrare dei clienti, Stefano e il padre devono risalire sui ciliegi, è la realtà contadina che prende il sopravvento. Prima il lavoro.

Peccato che in molti l’abbiano dimenticata.

video: Mauro Fermariello          montaggio: Mauro Di Schiavi

di più: www.antolinivini.it

Romano Dal Forno
Corte Sant’Alda

Comments

  1. Claudio dice

    1 Febbraio 2020 at 12:39

    Valpoliscella ripasso 2016 eccellente difficilmente si trova un vino migliore della categoria.

    Rispondi
    • Riccardo dice

      12 Luglio 2021 at 18:14

      Sono d’accordo! Come ho detto nel commento sottostante è un vino pulito e profumato

      Rispondi
  2. Riccardo dice

    12 Luglio 2021 at 18:12

    C’è dentro la passione! Me lo gusto a piccoli sorsi.
    Non ci sono additivi o sporcizie chimiche. È un vino pulito e profumato

    Rispondi
    • Johan dice

      22 Marzo 2022 at 07:12

      Great movie to getto know you more and see more about vine making

      Rispondi

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About Me

Mi chiamo Mauro Fermariello, e sono nato a Napoli nel 1958. Laureato in Scienze Agrarie, ho presto abbandonato il lavoro in campagna per seguire la mia passione per la fotografia.

Mi sono trasferito così a Milano nel 1990, cominciando a collaborare con diverse testate, interessandomi di reportage, ed approfondendo il mio interesse per gli argomenti scientifici.

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