L’edificio è enorme, ma ha una sua eleganza. Belli i disegni che decorano la parete che costeggia la strada, bella la grande botte con il logo e il nome in acciaio dorato, magnifiche le vetrate dell’enoteca che affacciano sulla piana di Merano.
In quanto a panorami, l’Alto Adige non delude mai. Stiamo parlando della Cantina Merano, dove in bottaia mi aspetta Stefan Kapfinger, enologo e direttore di produzione della cantina.
«Seguo i vigneti tutto l’anno, dalle prime fasi vegetative alla vendemmia, così come curo le diverse fasi del vino in cantina, dalla pigiatura all’affinamento, per arrivare alla vendita delle bottiglie. A differenza delle altre cantine dell’Alto Adige, le nostre percentuali di produzione sono invertite; da noi i vini rossi predominano sui bianchi, arrivando al 60% della produzione. Abbiamo una grande varietà di vitigni, e copriamo tutte le tipologie di vini tipiche dell’Alto Adige.
Qui siamo a Marlengo, nella cantina nata nel 2010 dalla fusione delle due storiche cooperative di produttori meranesi, la Cantina
Vini Merano (nata nel 1952) e la Cantina (del 1901), e che è rimasta l’unica cantina produttori del Burgraviato.
Contiamo 380 soci per 265 ettari vitati, ed è un gran lavoro mettere insieme, motivare e coordinare un numero così imponente di soci. Per riuscirci, abbiamo creato un gruppo di conferitori giovani, dinamici e motivati, le cui azioni hanno un effetto moltiplicatore su tutti gli altri. Con loro ci incontriamo di frequente, in vigna e in cantina, per discutere di tematiche agronomiche ed enologiche, con l’obiettivo d’aumentare la qualità dei nostri vini. D’altra parte, avere molti soci garantisce alla cantina flessibilità, la possibilità di poter puntare su diverse tipologie di vini, e di poter creare sempre nuovi prodotti. Perché siamo anche molto creativi!
Nel Burgraviato le prime vigne iniziano a 320 metri d’altitudine, per arrivare fino ai 900 della Val Venosta. I terreni sono eterogenei, possono cambiare ogni cento metri, anche in uno stesso vigneto. Avere poi le montagne alle nostre spalle, ed essere esposti agli influssi della valle dell’Adige, ci offre un clima davvero speciale, ideale per la viticoltura. Il nostro Pinot bianco Graf viene da vigneti scelti del Burgraviato, nella fascia dei 450- 500 metri di altitudine, dove applichiamo una severa selezione delle uve, alla ricerca di una qualità estrema.
Poi c’è il Pinot bianco Riserva Five Years, il nostro ultimo capolavoro, nato da un’idea di tanti anni fa: volevo lasciar maturare un Pinot bianco sui lieviti per almeno cinque anni. Il Five Years è il bianco più importante della cantina; una metà passa il primo anno in botte grande, l’altra in acciaio. A fine anno vengono assemblate in tini d’acciaio dove restano sui lieviti per altri quattro anni. È un prodotto di nicchia, vengono prodotte solo quattromila bottiglie, più cento Magnum. Il bello di questo lavoro è la creatività; ogni anno si parte da zero, per dare vita a qualcosa di nuovo. Si possono fare nuovi prodotti, si può lavorare con gli assemblaggi…il nostro lavoro non finisce mai. E comunque, il fine di tutto è la soddisfazione dei nostri clienti, è quello il nostro vero piacere».
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