Prima o poi scriverò un libro sulle leggi di Murphy applicate alla fotografia. Una di queste prevede che la foto perfetta si mostrerà a voi solo se sarete al volante in autostrada a 130 km/h, senza piazzole in vista. Nel caso la piazzola vi fosse, e voi aveste la prontezza di spirito di fermarvi, abbondanti arbusti vi copriranno la visuale. È proprio questo che mi è capitato l’altro giorno mentre mi recavo alla Cantina Terlan. Ero sulla superstrada che da Bolzano porta a Merano, quando mi è apparso il Castel Neuhaus, che incombe su Terlano, sullo sfondo di montagne innevate. La foto perfetta, appunto. Ma non potevo fermarmi e allora, appena arrivato in Cantina Terlano ho chiesto all’enologo Rudi Kofler di aiutarmi a ricreare quella prospettiva.
Rudi non si fa pregare, mi accompagna in cerca di un buon osservatorio e riusciamo a prendere qualche foto decente. Quella perfetta no, la variante di Murphy non lo prevede.
Torniamo in azienda per l’intervista, scegliamo la bottaia che ci offre tutta la tranquillità necessaria. Con Rudi c’eravamo già incontrati nel 2012, per una mia precedente visita.
La Cantina Terlan è nata nel 1893, dall’ unione di ventiquattro soci, prima cooperativa vinicola altoatesina. Oggi i produttori sono 170, per 180 ettari coltivati e 1.200.000 bottiglie prodotte. Le vigne vanno dai 250 ai 700 metri d’altitudine, in una realtà che vede il prevalere dei vini bianchi (sono i 3/4). I vitigni sono perlopiù Pinot bianco, Sauvignon e Chardonnay, mentre a bacca rossa troviamo principalmente Pinot nero e Lagrein.
“La Cantina di Terlano si è specializzata con vini che fanno un lungo affinamento sui lieviti, – mi spiega Rudi – vini da lungo invecchiamento, necessariamente rivolti a un pubblico di intenditori, come il Nova Domus o il Quarz, il nostro sauvignon di punta”.
Molti meriti del successo della Cantina Terlan vanno attribuiti a Sebastian Stocker, enologo della cantina dal ’55 al ’93. Da sempre consapevole del potenziale evolutivo dei vini prodotti, con grande intuito creò la vinoteca storica della cantina, che oggi fornisce le basi di studio a chi oggi lavora a Terlano.
Finita l’intervista, Rudi torna al suo lavoro, mentre io vado avanti con riprese video e fotografie. E intanto penso a quante persone, quante famiglie in questi 125 anni hanno fatto parte dell storia della Cantina Terlan, quante fatiche e quanti sacrifici stanno dietro una struttura bella come questa. Dovremmo ricordarcelo più spesso, mentre roteiamo i nostri bicchieri.
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