
I punti critici della cucina e i ceppi più pericolosi - winestories.it
Escherichia coli può annidarsi in cucina attraverso spugne, verdure e carne cruda. Scopri i metodi scientificamente efficaci per disinfettare e prevenire le infezioni in casa.
Nel contesto delle infezioni domestiche, l’Escherichia coli rappresenta uno dei rischi meno visibili ma tra i più insidiosi. È un batterio che vive normalmente nell’intestino, ma quando arriva in cucina tramite alimenti contaminati, mani sporche o superfici non igienizzate, può causare disturbi anche gravi. I casi più delicati riguardano anziani, bambini e persone con un sistema immunitario fragile. Le spugne da cucina, spesso usate per più giorni, possono trasformarsi in veri incubatori batterici, se non vengono trattate nel modo corretto. Lo stesso vale per i taglieri, i lavelli e gli utensili a contatto con carne cruda o verdure non lavate. Il rischio non è ipotetico: basta una svista per aprire la porta a una contaminazione, e i dati confermano che le infezioni gastro-intestinali per contaminazione crociata sono tutt’altro che rare.
I punti critici della cucina e i ceppi più pericolosi
Non tutti i ceppi di Escherichia coli sono dannosi, ma alcuni, come E. coli O157:H7, possono provocare diarrea, febbre e, in casi estremi, complicazioni renali. Il problema principale nasce dal fatto che questi batteri riescono a sopravvivere a lungo su superfici umide, come i panni da cucina, le spugne e le guarnizioni del lavello. Anche i taglieri in legno, se non lavati subito dopo l’uso con alimenti crudi, possono diventare terreno fertile. La contaminazione incrociata avviene quando un utensile o una superficie tocca un alimento e poi ne tocca un altro senza essere stato pulito prima. Lo stesso vale per le mani: toccare un uovo, poi una verdura, e poi un cassetto del frigo, può bastare. Alcuni studi confermano che, in certe cucine domestiche, le spugne contengono più batteri del WC.

Una soluzione efficace parte dalla prevenzione: separare i piani di lavoro per alimenti crudi e cotti, lavarsi sempre le mani dopo aver toccato carne o pesce e disinfettare le superfici al termine di ogni preparazione. Per le spugne, invece, la semplice acqua e sapone non basta: occorre agire in modo mirato con trattamenti ad alta temperatura o con soluzioni acide.
I metodi per disinfettare spugne e acqua in casa
Tra le pratiche consigliate per disinfettare spugne e panni da cucina, la bollitura resta una delle più efficaci: bastano cinque minuti in acqua bollente per uccidere la maggior parte dei patogeni, tra cui l’Escherichia coli. Altri metodi rapidi includono il microonde: se la spugna è ben inumidita e priva di parti metalliche, può essere riscaldata alla massima potenza per due minuti. Il calore sviluppato neutralizza il 99% dei batteri. Attenzione però a non farla seccare, perché in quel caso può prendere fuoco.
Anche la lavastoviglie, se impostata a cicli superiori ai 60°C, è un buon alleato. Le spugne vanno collocate nel cestello superiore e lavate almeno due volte a settimana. Per chi cerca soluzioni più naturali, l’aceto bianco può essere utile: lasciando la spugna immersa per 10 minuti in una miscela di aceto e acqua, si riduce la carica batterica.
Per quanto riguarda l’acqua, specialmente in aree soggette a problemi idrici o dopo segnalazioni sanitarie, la bollitura è il metodo più diretto per renderla sicura. Farla bollire per almeno un minuto garantisce l’eliminazione di batteri e virus. Una volta raffreddata, va conservata in contenitori puliti e chiusi ermeticamente. Altri sistemi casalinghi includono filtri, lampade UV e trattamenti a base di cloro, anche se questi ultimi devono essere usati con cautela.
Chi desidera mantenere un ambiente domestico più sicuro, non può trascurare questi gesti quotidiani. Il rischio batterico è concreto, ma basta conoscere i punti critici e adottare pratiche corrette per ridurre drasticamente ogni possibilità di contaminazione.