Per apprezzare tutta la bellezza del Castello Rametz bisogna girarci intorno e andare a passeggiare nelle vigne. Da lì vi apparirà un edificio molto particolare, nato nel medioevo e modificato nel ‘700 e ancor più nell’800, contornato da una catena di monti innevati.
A ricevermi c’è Stanislaus Schmid, che mi accompagna durante la visita. Scendiamo nelle vecchie cantine, quella grande risale al diciottesimo secolo, è tutta in pietra e ha uno stretto corridoio che corre tra grandi botti in rovere, alla luce di fioche lampade.
Per l’intervista ci fermiamo nella cantinetta, dove vengono conservate le bottiglie storiche; anche qui la luce è poca, ma il fascino della stanza è enorme.
Stanislaus mi spiega la logica di alcune scelte aziendali: «Ogni produttore di vino cerca di capire qual è la vocazione del suo territorio. Noi siamo nella zona di Merano, nel Burgraviato, a 400 metri di altitudine, vicino ai fertili terreni del Rio Nova. Abbiamo tutti i presupposti per allevare quelle varietà che raccontano l’Alto Adige, varietà aromatiche a frutto bianco, come sauvignon e gewürztraminer. Siamo molto bravi anche con il riesling, che è presente in Alto Adige da più di 150 anni, mentre per i rossi abbiamo lagrein e pinot nero, quest’ultimo ci dà da sempre grandi soddisfazioni.
Qui a Castel Rametz abbiamo dieci ettari di superficie vitata, che corre tutta intorno al castello, più una parte boschiva. C’è anche un’azienda in Trentino, a Faedo, dove c’è il Castello di Monreale; lì abbiamo ventisette ettari di vigne, con varietà che producono spumanti realizzati poi con il Metodo Classico».
Di Stanislaus mi colpiscono il piglio sicuro e rilassato, sembra perfettamente realizzato in quello che fa. Poco dopo, mi dà conferma della mia intuizione: « Fare vino è bellissimo, lavorare la campagna e confrontarsi con le piante e il clima è entusiasmante, ti rendi conto di essere nulla in confronto alla natura. Poi c’è da stare in cantina a trasformare l’uva in vino, provando sempre nuove soluzioni. E viaggiare, confrontandosi con colleghi e clienti nelle degustazioni. È un mondo particolarmente bello».
E mentre gironzolo per la cantina con un calice di Césuret in mano, non posso che dargli ragione.
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