« Per la nostra famiglia, vite e vino sono diventati un progetto di vita. L’azienda fu fondata nel 1969 da mio nonno Alfons, con quindici ettari intorno alla collina di Castelfeder, ad Egna, dove ancora oggi si trova la gran parte dei nostri vigneti. Mio padre Günther ha preso le redini dell’azienda nell’89, mentre io sono subentrato nel 2005, e seguo tutta la parte tecnica. Subito dopo è arrivata mia sorella Ines, che si cura della parte commerciale».
A parlare è Ivan Giovanett, in rappresentanza della famiglia sparsa per il mondo a raccontare i vini di Castelfeder. Ho conosciuto Ivan anni fa, era ancora un ragazzo, e tale mi sembra ancora, nonostante oramai sia il padre di tre belle bambine.
« Oggi lavoriamo le uve di sessantacinque ettari, ventuno tra proprietà e affitto, il resto viene da conferitori. I terreni vanno da Salorno, il punto più a sud dell’Alto Adige, a Bolzano. Questo comporta una grande varietà di vitigni, ben tredici, di cui il 70% bianchi e il 30% rossi.
I più importanti sono il pinot nero e lo chardonnay. Il pinot nero cresce a Gleno, nel comune di Montagna, su terreni argillosi di origine vulcanica che vanno dai 400 agli 800 metri d’altitudine. Sono esposti a sud sud-ovest, e possiamo immaginare l’altitudine come un muro: ogni cento metri più in alto, si ha un ritardo di maturazione di una settimana. Questo comporta la necessità di vendemmiare separatamente delle piccole partite di uva, per avere sempre la maturazione fenolica giusta. Partiamo con la vendemmia del pinot nero a metà settembre, per arrivare su a 850 metri a fine ottobre.
Lo chardonnay invece è coltivato nei terreni più a sud, nei comuni di Magrè e Cortina, nel fondovalle, su terreni calcarei-rocciosi. Qui abbiamo un clima quasi mediterraneo, si fa sentire l’influenza dell’Ora del Garda.
Abbiamo ancora vecchi impianti a pergola, per la schiava, il lagrein e qualche chardonnay, mentre tutti gli impianti del pinot nero sono a guyot, dai sei agli ottomila ceppi per ettaro
La nostra filosofia è di produrre mono-vitigni, con forte carattere varietale, e soprattutto vini molto longevi. Ad esempio, lo chardonnay è vinificato in barrique per diciotto mesi, ne passa altri dodici di affinamento in acciaio, e viene poi imbottigliato. Il disciplinare in Alto Adige dice che la denominazione riserva impone due anni minimo di affinamento, ma noi crediamo nella longevità dei nostri vini e preferiamo uscire sul mercato dopo tre ».
Ivan è in partenza, c’è da fare un giro di clienti in Germania. Mi accompagna nelle vigne di Magrè, devo fare ancora qualche ripresa. Si ferma a parlare, scende dall’auto e fa due passi in vigna. Mi sa che preferirebbe fermarsi lì con me, con un panino allo speck e un bicchiere di pinot nero, sotto questo timido sole di marzo.
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