Endrizzi è una storica azienda trentina, fondata nel 1885, in località Masetto, appena fuori San Michele all’Adige. Subito dopo c’è Salorno, e come dice Paolo Endrici, proprietario e conduttore dell’azienda, “lì già si parla tedesco”. E tedesca è la moglie di Paolo, Christine, che da architetto è “l’anima estetica” dell’azienda.
Ma già ai box scalpita la quinta generazione, con Lisa Maria e Daniele che, appena terminati gli studi, stanno portando la freschezza dei loro anni all’interno dell’attività.
La Cantina Endrizzi coltiva in Trentino 17 ettari, ma vinifica anche le uve che arrivano da una quaranta ettari in affitto, più i trenta ettari di un’azienda in Toscana, per un totale di produzione di tra le cinque e le seicentomila bottiglie.
Grande la varietà di uve coltivate, si va da chardonnay, gewurztraminer, müller thurgau, nosiola e pinot grigio per i bianchi, al teroldego, cabernet, merlot e pinot nero per i rossi.
Di rilievo è la linea Masetto, inaugurata dal bisnonno di Paolo con una cuvée di cabernet, merlot, teroldego, e lagrein, che fu chiamata Masetto Nero. Oggi si producono il Gran Masetto, da uve di teroldego parzialmente appassite, e il Masetto 2, in cui alle uve di teroldego si aggiunge il cabernet. Come dice Paolo, “sono vini innovativi, ma chi ha radici profonde può permettersi di volare!”
Quello che mi ha colpito della cantina Endrizzi, così come della famiglia Endrici, è l’atmosfera internazionale che si respira, fatta di viaggi, buoni studi e tanta apertura mentale. Non è un caso, quindi, che le loro bottiglie facciano parte del progetto Roccia Madre, in collaborazione con il MUSE, il bellissimo Museo delle Scienze di Trento.
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