In fotografia, come in vigna, non sempre ci si può scegliere il lavoro. Ci sono lavori belli e lavori brutti, piacevoli o noiosi. Fare le foto allo stand di Winestories rientra nella categoria “lavori massacranti”. Sarà l’età, le troppe cose che devo gestire in quei due giorni ( il video, ad esempio), le troppe flessioni per scattare, fatto sta che il giorno dopo mi sento come se avessi zappato tutto il giorno. Ma mi sento pure molto felice, perché per due giorni ho avuto modo d’abbracciare decine e decine di amici, amici che ogni anno sono sempre di più. E ogni anno c’è da inventarsi qualcosa di diverso, per non fare fotografie sempre uguali. Quest’anno ho chiesto a tutti di presentarsi con una bottiglia, e di farsi poi fotografare con davanti anche le bottiglie degli altri. Perché la FIVI è il vigneto di tutti.
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