Gioacchino Garofoli, la più antica casa vinicola delle Marche. Così recita la testata del sito internet, e questo basta a incutermi un certo timore. La sede è a Loreto, una lunga facciata color panna, i cui archi e il piazzale assolato mi fanno pensare ad una hacienda andalusa. Sono in leggero anticipo, e resto in attesa nel grande atrio d’ingresso, a sfogliare libri e riviste enologiche che han parlato dell’azienda, e a pensare se il mio contributo saprà aggiungere qualcosa di nuovo. Per fortuna, a distogliermi dai cattivi pensieri, arriva Gianfranco Garofoli, e partiamo subito con l’intervista.
“Il primo Garofoli a produrre e vendere vino è stato il bisnonno Antonio, a fine ‘800. Ma, ufficialmente, l’azienda fu fondata da Gioacchino Garofoli, mio nonno, nel 1901; aveva nove figli, cinque maschi e quattro femmine, da cui ebbe un grande aiuto. A continuare l’attività furono mio padre e mio zio, che ebbero il merito di specializzare l’azienda, quando la rilevarono negli anni ’50. Trasformazione che abbiamo continuato io e mio fratello Carlo.
Eravamo stati cresciuti per quello, il lavoro era tutt’uno con la famiglia, e fu deciso che io avrei studiato economia, e Carlo agraria, era la cosa giusta per l’azienda. Scelte che non abbiamo mai rimpianto. Sono già pronti i ricambi, oggi in azienda ci sono i nostri figli; i miei sono Gianluca, che si occupa dell’export, e Caterina, che cura la comunicazione. E Beatrice, la figlia di Carlo, segue il controllo qualità e la parte degustativa”.
Nel frattempo ci ha raggiunto Carlo, che si inserisce subito nel discorso: ”Le degustazioni le facciamo insieme, anche se è diventata molto più brava di me, perché è più giovane. Se sei dotato, ed educato bene a ciò che devi sentire, la gioventù è importante”.
Gianfranco: “Copriamo, con i nostri cinquanta ettari di vigneti, la zona del Verdicchio e quella del Rosso Conero, producendo circa 2.000.000 di bottiglie. Oltre alla sede di Loreto, ce n’è un’altra a Serra de’ Conti, dove avvengono le operazioni di pigiatura del Verdicchio. Abbiamo avuto una bella crescita, dal nostro ingresso in azienda, negli anni ‘70”.
Carlo: “Ci ha rovinati il nonno! Quante volte si sente ripetere “Si fa così perché lo faceva il nonno”?
Il problema è che il nonno faceva male. In America, non avendo i nonni, sperimentavano di tutto. Ci sono stati degli anni in cui è passato il treno della qualità, e in troppi si sono limitati a guardarlo passare. Io provavo di tutto, ho sperimentato ogni nuova tecnica, mi aggiornavo di continuo, e mi sono rimesso a studiare, perché le basi scolastiche non erano sufficienti.
Oggi nelle Marche ci sono tante piccole aziende che fanno ottimi Verdicchi, ma noi siamo stati quelli che lo hanno portato avanti, in tempi difficili. Abbiamo fatto del vino che piaceva a noi, sperando che potesse piacere poi a tutti gli altri.
Finora, non è andata male. E, tutto sommato, nella storia del Verdicchio ci siamo anche noi! “
video: Mauro Fermariello montaggio: Mauro Di Schiavi
di più: www.garofolivini.it
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