Camminiamo per Panama City, quando un signore si sporge da un taxi e, sbracciando, urla: “Ghiovanni!”
Ghiovanni è Giovanni Cardullo, e la stessa scena, in forme diverse, si è ripetuta più volte nei tre giorni che sono stato a Panama.
Qui è un autorità, ma da quel che ho capito lo è anche a Santo Domingo, L’Avana o Bogotà. In ogni albergo o ristorante in cui siamo entrati gli si sono fatti intorno tutti, camerieri e proprietari, per salutarlo con calore.
E lui non è da meno, saluta con entusiasmo, ricorda i nomi, scherza con tutti. Come mi racconta nell’intervista, il suo vero piacere è stare con la gente, e questa è la chiave del suo successo. Era così anche quando l’ho conosciuto, trentotto anni fa, per condividere una cameretta a Perugia. Ci siamo i persi e ritrovati più volte nel corso degli anni, poi lui si è stabilito a San Diego, a vender vino. E così, quando mi sono messo a raccontarlo, il vino, le nostre strade sono confluite ancora una volta. Fino alla telefonata di un mese fa: “Vieni a trovarmi a Panama?”
Giovanni era andato negli States per conto delle Cantine Riunite. Queste poi gli avevano chiesto un impegno minore, lasciandogli così dello spazio per metter su una attività in proprio. Giovanni ha fatto un giro in Italia, scegliendo una selezione di cantine in divere regioni, e ha creato GioWine. Fondamentali per la sua crescita i collaboratori di cui si è circondato; un gruppo di ragazzi svegli e motivati, che lavorano in modo serio e divertito allo stesso tempo. Uno spettacolo, seguirli nella loro tre giorni a Panama.
Sono tornato a casa molto ammirato di quello che il mio amico ha saputo realizzare, e non solo per l’aspetto economico del tutto. Ho potuto infatti apprezzare la passione, l’intelligenza e la cultura profuse per far crescere GioWine, e diventare così “the italian links to the Americas”!
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