video: Mauro Fermariello montaggio: Mauro Di Schiavi
Si scrive Giuseppe, ma si legge Alessandro. Giuseppe, classe 1928, è la storia dell’azienda, ed ha il grande merito di aver tenuto duro quando forse sarebbe stato più facile prendere i contributi e spiantare tutto, e di aver creduto in un vitigno locale come la nosiola, altrimenti destinati all’estinzione. Alessandro, entrato in azienda nel ’91, ha continuato nel solco paterno, ma aprendosi al futuro, arrivando nel tempo a sperimentare una conduzione biologica e biodinamica. Anche lui ha i suoi meriti enologici, per l’impianto, vent’anni fa, dell’ Incrocio Manzoni.
E’ sempre Mario Pojer che mi guida alla scoperta della viticoltura trentina, e quando decide che devo conoscere Alessandro sono ormai le sette di sera. Lui non c’è, ci ricevono i genitori. Subito noto nel salotto la presenza di due pianoforti, buon segno. Mentre Mario e Giuseppe si scambiano grandi saluti, la signora Irma mi fa un bel sorriso e dice: ” Che bella cosa l’amicizia!”
Alessandro l’incontro il mattino dopo, e passiamo una bella oretta in cucina davanti ad un paio di caffè. Ha le idee chiare, ha un approccio al vino non dogmatico, riporto una sua frase che sintetizza il suo modo di essere:” Se solo ogni anno dovessimo aggiungere qualcosa a ciò che facciamo, sarebbe già un bel risultato”. Come dire, non esiste la “verità”, ma possiamo sempre migliorarci.
Mi porta in vigna, sulla collina di Pressano, e con la scusa delle foto ci facciamo una camminata tra i filari. L’azienda è divisa in diversi appezzamenti, in tutto sono 4 ettari, a 300-600 metri d’ altitudine, per la produzione di circa 19.000 bottiglie. I vigneti sono inerbiti, non c’è uso di pesticidi, non si effettuano concimazioni e irrigazioni. Dalle uve rosse (Teroldego, Merlot, Cabernet franc e sauvignon) si ricava il Portico Rosso, mentre i bianchi sono Manzoni Bianco, Isidor (Incrocio Manzoni) e Nosiola.
Alessandro è un artigiano, ha il piacere delle cose fatte bene, dietro i suoi gesti in vigna non vedo teorie ma tanto buon senso, una riflessione continua e molto lvoro. Anche lui, come Rosi e Foradori, fa parte dei Dolomitici, interessante gruppo di vignaioli trentini.
Torniamo in cantina, e ho il mio incontro ravvicinato con le fecce, Alessandro me le mostra orgoglioso. Me le aspettavo diverse,non so, più brutte e cattive. Invece Alessandro le tratta bene, e loro ricambiano con un buon profumo.
Quando non ci contavo più, riusciamo a convincere a Giuseppe a posare con il figlio e, per creare un’atmosfera un po’ più intima, gli chiedo di mettergli una mano sulla spalla. Mi guarda come se gli avessi chiesto di mettersi nudo. Ormai sono pochi quelli che non sanno mettersi in posa, e bisogna saperli apprezzare.
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Che gran bella persona è Alessandro ! ! grande vignaiolo…. serio, attento ,umile e molto preparato 😉