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Un blog che parla di vino, viti e vignaioli

Grifalco

30 Gennaio 2018 Lascia un commento

Credo che il mio navigatore riceva sovvenzioni sottobanco dalle pro loco rurali per favorire l’incremento dei visitatori nei loro comuni, ché altrimenti non si spegherebbero i giri oziosi che ogni tanto mi fa prendere. Andando all’azienda Grifalco – a Pian di Camera, Venosa – a un certo punto mi sono arreso.

Ero nel vuoto più assoluto, e qualunque direzione prendessi, una sensuale voce femminile mi ripeteva “effettuare inversione a U”. L’inversione a U l’avrei volentieri fatta al collo della signorina, l’avessi avuta tra le mani. Così ho chiamato l’azienda, e Lorenzo Piccin mi ha tele-guidato fino alla cantina.

Ma il vuoto ha il suo fascino, e quando sono arrivato Lorenzo era lì che lo osservava.

In realtà, era solo una breve pausa per riprendere fiato, tra l’arrivo di un carico d’uva e l’altro.  E infatti appena arriva il camion si crea subito un gran movimento. Lorenzo versa le cassette nella tramoggia, a servigli i pezzi c’è il fratello Andrea, la sorella Francesca e la sua ragazza Sonia.

Francesca e Sonia sono di passaggio, una si occupa di progetti internazionali per una onlus in Africa, l’altra fa veterinaria a Torino. Andrea e Lorenzo sono invece in azienda, oramai lucani nonostante l’accento toscano. Andrea si occupa di marketing e vendite, Lorenzo di tutto ciò che concerne la produzione (anche se in campagna i ruoli non sono mai troppo fissi, e ad Andrea oggi toccano un bel po’ di quintali d’uva da scaricare).

Di fatto, i fratelli hanno replicato la divisione dei ruoli già praticata dai genitori nell’azienda Salcheto di Montepulciano. Il padre Fabrizio a fare il vino, la mamma, Cecilia Naldoni, a venderlo. Una scelta di vita risalente agli anni ’80, loro laziali a cercar fortuna in Toscana. E poi la voglia di cambiare, e riprovarci in Basilicata nel 2002, lasciando un territorio affermato per uno tutto in divenire.  Nasce così Grifalco, e nel nome ritoviamo il grifone, simbolo di Montepulciano, e il falco, diffuso in tutta la Basilicata. Subito interessante il progetto aziendale, con l’idea di valorizzare i differenti terroir presenti nel Vulture. Ma a un certo punto Fabrizio e Cecilia decidono di aver lavorato abbastanza, e lasciano tutto nelle mani dei figli, che se la vedessero un po’ loro! E loro bravi, meticolosi e pieni d’entusiasmo. Lorenzo diventa enologo, mentre Andrea decide che il modo migliore per fare il mestiere di sua madre è proprio imparare da lei, seguendola nei suoi viaggi.

Ora i ragazzi sono lanciatissimi, e i loro vini hanno ottimi riscontri. C’è solo da lavorare ancora un po’ sull’accento lucano.

Armando Martino
I distillati di Pojer e Sandri

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About Me

Mi chiamo Mauro Fermariello, e sono nato a Napoli nel 1958. Laureato in Scienze Agrarie, ho presto abbandonato il lavoro in campagna per seguire la mia passione per la fotografia.

Mi sono trasferito così a Milano nel 1990, cominciando a collaborare con diverse testate, interessandomi di reportage, ed approfondendo il mio interesse per gli argomenti scientifici.

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