I Dolomitici hanno qualcosa di speciale. Di magico. Fanno un lavoro duro, in tempi di crisi, ma hanno sempre un’aria serena, quella di chi sa che sta facendo le cose giuste.
E il tutto senza spocchia evangelizzatrice, ma con l’umiltà di chi è disposto a imparare ancora, a mettersi in gioco per l’ennesima volta. Sono in undici ( ma molti loro meriti vanno condivisi con mogli e mariti, figli e nonni, zii e cugini, fidanzati vari),anche molto diversi tra di loro, ma sono stretti dal rispetto reciproco e una forte amicizia.
Forse è per questo che sono così amati. Alla presentazione del loro nuovo vino “cooperativo”, il Ciso, c’era davvero tanta gente. E sarà stata la suggestione, ma i visitatori mi sembravano molto simili ai Dolomitici.
Il Ciso nasce da un vitigno autoctono, un lambrusco a foglia frastagliata, in una vite a piede franco della Vallagarina. Le viti sono quindi centenarie, grazie alla pigrizia (saggezza?) del proprietario del vigneto, Narciso detto “il Ciso”, che non le ha mai
fatto migliorie particolari. Il vigneto stava per essere spiantato, sostituito da pinot grigio, quando l’intervento dei nostri amici ne ha impedito lo scempio. Ne è venuto fuori un vino antico, da tavolata nell’aia, e la velocità con cui alla festa nel Castel Noarna sono sparite le bottiglie, ne testimonia la bontà.
Il video è un po’ lungo, e me ne scuso, ma non me la sono sentita di perdere le tante voci della giornata. Casomai, tenete a porta di mano un bicchiere di Ciso, e il tempo passerà più veloce.
gran bel video, molto “nostrano” e vero, un grande esempio di amicizia e voglia di fare