
La mettiamo tutti in frigo e rischiamo il pronto soccorso - winestories.it
L’errore che in molti fanno e che può compromettere gusto e salute, riporre quest’alimento in frigo accelera il deterioramento e aumenta il rischio di contaminazione
Chi pensa che il frigorifero sia il posto più sicuro per ogni alimento sbaglia, almeno quando si parla di cipolle. Questo bulbo, tra i più usati in cucina, reagisce male all’umidità e alle basse temperature. Eppure, tantissime persone continuano a conservarlo nel reparto sbagliato, convinte che questo rallenti il deterioramento. In realtà, il risultato è spesso l’opposto: muffe, consistenza viscida, odore alterato e persino rischi per la salute. Basta poco per rovinarne le proprietà, ma con le giuste accortezze si può evitare di compromettere gusto e sicurezza.
Perché il frigorifero rovina le cipolle
La struttura interna della cipolla è ricca di composti solforati e zuccheri, elementi che in un ambiente umido – come quello del frigorifero – tendono a decomporsi più rapidamente. Le basse temperature favoriscono condensa, e questa crea le condizioni ideali per la proliferazione batterica. Quando una cipolla viene conservata male, perde tono, si ammorbidisce e può diventare tossica: i batteri che attecchiscono in questi casi non si limitano ad alterarne il gusto, ma possono provocare nausea, vomito e dolori addominali.

Le cipolle conservano anche proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, che si degradano con il freddo e l’umidità. Usare una cipolla mezza andata per preparare un soffritto può sembrare innocuo, ma spesso compromette l’intero piatto. Il sapore cambia, diventa più acido o piatto, e la resa in cucina crolla. In più, una cipolla alterata rilascia odori forti e sgradevoli che possono contaminare gli altri cibi presenti nel frigorifero.
Dove e come conservarle nel modo corretto
Le cipolle intere vanno tenute fuori dal frigorifero, in un luogo asciutto, fresco e buio. Una dispensa o un ripiano lontano da fonti di calore è l’ideale. Meglio ancora se vengono riposte in sacchetti di carta o contenitori traspiranti, che favoriscono il ricambio d’aria ed evitano l’accumulo di umidità. È fondamentale non conservarle insieme alle patate, perché queste rilasciano gas che accelerano la germinazione e la marcescenza.
Quando si ha a che fare con una cipolla tagliata, le cose cambiano. In quel caso è necessario coprire bene la parte esposta con pellicola trasparente o, ancora meglio, inserirla in un contenitore ermetico. Anche in questo caso è sconsigliato lasciarla in frigo per più di 48 ore. Oltre questo limite, l’ossidazione e la carica batterica aumentano, e si rischia di danneggiare l’alimento. Se si nota un cambio di odore, colore anomalo, o umidità sul taglio, meglio scartarla.
Riconoscere una cipolla andata a male è piuttosto semplice. La superficie deve essere liscia e asciutta, senza macchie scure o muffe visibili. Un profumo troppo forte, quasi acre, è spesso segnale che qualcosa non va. Anche la consistenza conta: se è troppo molle, la cipolla ha già iniziato a decomporsi.
Farsi guidare dal buonsenso è essenziale. Le cipolle rosse, dorate e bianche hanno durate diverse, ma tutte devono essere monitorate. Un leggero cambio di colore può indicare l’inizio del deterioramento, soprattutto se si nota una sfumatura verdastra o violacea dove non dovrebbe esserci.
Conservarle nel modo giusto significa evitare sprechi, migliorare la resa dei piatti e proteggere la salute. Evitare il frigorifero è il primo passo. Da lì, tutto dipende da come e dove decidiamo di sistemarle. E la prossima volta che affettiamo una cipolla, sapremo esattamente se è ancora buona o se è il caso di lasciarla perdere.