
Novità sulla pensione anticipata - winestories.it
Per chi non ha maturato sufficienti contributi per la pensione di vecchiaia, esiste l’Assegno sociale, una misura assistenziale nel 2025.
La pensione anticipata in Italia non si basa più esclusivamente sull’età anagrafica, ma soprattutto sul raggiungimento di un preciso numero di anni di contributi previdenziali.
Il sistema previdenziale italiano, infatti, prevede requisiti differenti a seconda della tipologia di pensionamento scelta, della data di inizio dell’attività lavorativa e di particolari condizioni personali o professionali.
I requisiti minimi per la pensione nel 2026
Per accedere alla pensione nel 2026, è indispensabile aver maturato un certo numero di anni di contributi, che varia sensibilmente in base alle opzioni disponibili. La soglia minima assoluta è di 5 anni di contributi, ma questa modalità è riservata esclusivamente ai cosiddetti contributivi puri, ossia a chi ha iniziato a versare contributi dopo il 1° gennaio 1996 e non possiede anzianità contributive pregresse. In questo caso, però, bisogna aver compiuto almeno 71 anni, una soglia di età molto superiore a quella ordinaria.
Un’alternativa per chi ha solo 5 anni di contributi è legata a condizioni di salute particolarmente gravi: è possibile infatti accedere in qualsiasi momento alla pensione o all’assegno ordinario di invalidità se la capacità lavorativa è ridotta a meno di un terzo a causa di infermità fisica o mentale, purché almeno 3 anni di contributi siano stati versati negli ultimi 5 anni.
Pensione ordinaria e anticipata: le soglie contributive
La pensione di vecchiaia, generalmente, richiede 20 anni di contributi e il compimento di 67 anni di età. Tuttavia, per alcune categorie e casi specifici, è possibile anticipare questo traguardo:
- 15 anni di contributi sono sufficienti per chi beneficia delle cosiddette Deroghe Amato, riservate a chi ha maturato questa contribuzione entro il 31 dicembre 1992 o ha versato contributi volontari prima di quella data, con particolari condizioni di anzianità assicurativa.
- Con 25 anni di contributi e almeno 64 anni di età, i contributivi puri possono accedere alla pensione anticipata, a patto che l’importo pensionistico superi determinate soglie legate al valore dell’Assegno sociale.
- Con 30 anni di contributi è possibile usufruire dell’Anticipo pensionistico (APE sociale), riservato a disoccupati di lungo periodo, invalidi al 74%, caregiver e lavoratori impiegati in mansioni gravose. Per questi ultimi, i contributi richiesti salgono a 36 anni, fatta eccezione per i lavoratori edili che possono accedervi con 32 anni.

- Le donne possono usufruire di Opzione Donna con 35 anni di contributi e un’età anagrafica specifica (tra i 60 e i 61 anni), con ulteriori requisiti legati allo stato di salute, alla condizione di caregiver o a situazioni lavorative particolari. Questa misura è stata prorogata fino al 31 dicembre 2024 per chi matura i requisiti entro tale data.
- Per chi raggiunge almeno 41 anni di contributi, è possibile andare in pensione anticipata a 62 anni grazie a Quota 103, confermata per il 2025, oppure senza limiti di età con Quota 41, riservata ai lavoratori precoci con specifiche condizioni di disagio o lavoro gravoso.
L’importanza degli anni di contributi sull’importo della pensione
Non è solo il requisito minimo di contributi a determinare l’accesso alla pensione, ma anche la durata e la continuità di questi versamenti influenzano l’importo dell’assegno pensionistico.
Nel sistema misto retributivo-contributivo vigente in Italia, la quota pensionistica calcolata sulla base del sistema retributivo (per i periodi precedenti al 31 dicembre 1995) prevede il riconoscimento del 2% della retribuzione pensionabile per ogni anno di contributi.
Invece, la parte contributiva considera i contributi effettivamente versati, corrispondenti generalmente al 33% della retribuzione per i lavoratori dipendenti. Più anni di versamenti significano quindi una pensione più consistente.