Sui pendii assolati che degradano verso il lago di Caldaro, impossibile non notare la residenza della tenuta Manincor. Elegante, ma con un’aria ospitale, sarà perché circondata da languide viti e non da speroni di roccia aguzzi.
Manincor ha una storia antica, la produzione di uve risale al 1608. Dal 1987 la tenuta è nelle mani di Michael Goëss-Enzenberg. Nato in Carinzia, un diploma in falegnameria e studi enologici a Geisenheim, Michael spicca per gentilezza e discrezione; al suo arrivo in Alto Adige intuisce subito le potenzialità aziendali. In quel periodo le uve, principalmente di schiava, venivano conferite alla cantina di Terlano. Michael decide di rinnovare e rendere autonoma l’azienda, vinificando in proprio. Effettua nuovi impianti, amplia la scelta dei vitigni. Nel ’96 viene alla luce il primo vino firmato Manincor, e dal 2005 l’azienda diventa biodinamica, soprattutto grazie alla spinta della moglie Sophie.
Così Michael: «Ho sempre vissuto in campagna, lavorare “naturale” è stata la scelta che mi ha convinto di più. All’inizio avevo paura di perdere frutta, o qualità. Poi ho capito che se avessimo lavorato bene, con precisione e consapevolezza, avremmo potuto tenere la quantità, migliorare la qualità, e vivere una vita completamente diversa. Oggi posso andare nel vigneto e raccogliere le nostre insalate, sapendo che è tutto sano e non inquinato, così come posso andare ogni giorno a trovare i miei animali che vivono nei vigneti, c’è più vita! Non esiste nulla come ottenere un prodotto della forza e della luminosità del vino, non c’è niente di simile in agricoltura. E con il vino posso dare piacere a tanta gente nel mondo! »
Nel tempo l’azienda è cresciuta, oggi gli ettari vitati sono cinquanta, quaranta sono dedicati alle mele, più boschi ed altre colture. Oggi la gestione dell’azienda è affidata a Helmut Zozin, Michael si è riservato un ruolo da supervisore, così da poter pensare alle innovazioni, curare i particolari e presentare Manincor all’esterno, «Il contatto con i clienti, il confronto con gli produttori, sono importanti e ci fanno progredire. Quando parto, qui c’è Sophie, è lei l’anima di Manincor, tutto quello che si vede, tutto ciò che è bello qui, è opera di Sophie.
I vini prodotti sono sedici; due autoctoni, Schiava e Lagrein, ma quelli per cui siamo più conosciuti sono il Pinot nero (Mason di Mason) e il Sauvignon (Lieben Aich), due vini delicati, che fa piacere far esprimere ad alti livelli. Produciamo anche cuvée, come il Cassiano, il più importante dei nostri rossi, il Reserve della Contessa (Pinot bianco, Chardonnay e Sauvignon blanc) e il Reserve del Conte (Lagrein, Merlot, Cabernet sauvignon)».
Michael racconta, ed io mi guardo intorno; ogni cosa è al posto giusto, non c’è nulla di inutilmente ricercato, ma si intuisce un’eleganza spontanea, naturale. Come con Michael e Sophie.
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