Oramai è un’abitudine consolidata, tra campioni dello sport e divi dello spettacolo: al top della carriera, una bella azienda vinicola, un enologo di fama e tante belle bottiglie con il proprio nome. Aveva cominciato Nils Liedholm, e dopo di lui una valanga. Da Sting a Mick Hucknall (il rosso dei Simply Red), da D’Alema a Bruno Vespa. Cosa che spesso non fa felici i vignaioli veri, quelli che in vigna ci han passato tutta la vita. Ma certo non è questo il caso dell’azienda Moser. È vero che Francesco Moser è stato uno dei grandi campioni dello sport mondiale, ma possiamo dire che è stato un contadino prestato al ciclismo. Si è occupato della campagna sin da ragazzino, poi per vent’anni ha pedalato in giro per il mondo – con enormi soddisfazioni – e alla fine è ritornato alla sua terra.
A seguirlo in quest’avventura è stato il fratello Diego, e oggi sono i loro figli – Carlo, Ignazio e Matteo – a pedalare forte (tra i filari, in cantina e sulle autostrade per vendere ‘ste benedette bottiglie). L’azienda è di circa 15 ettari, 10 sulle colline di Trento intorno alla cantina (moscato giallo, chardonnay, riesling, lagrein, gewurztraminer), il resto in Val di Cembra (muller thurgau, teroldego) e a Sorni (cabernet,merlot). I risultati sono di tutto rispetto, anche perché, come ci ricorda Francesco nell’intervista, “non ero uno che potevo correre per far numero”. Come sulla strada, così in vigna.
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