Fu Josef Huber, nel 1849, a cambiare la storia del maso Pacher. Una storia lunga, i primi documenti della famiglia Pacher risalgono al 1142, precedenti anche alla fondazione della vicina abbazia di Novacella. Josef sposò Maria Pacher, e oltre a cambiare il cognome della famiglia diede una svolta alle attività in campagna. Era un viticultore, di quelli curiosi, un pioniere nella Valle Isarco. Impiantò le vigne e per tutta la vita studiò i vitigni che meglio si adattassero alle sue terre.
Al mio arrivo in azienda trovo ad attendermi nel piazzale i pronipoti, Andreas e Katarina. Alti e belli, con una punta di timidezza caratteristica a queste latitudini. Con noi c’è anche Eros, e Andreas si butta a capofitto con lui in una discussione tecnica sui vini della zona. Andreas è maestro cantiniere, fa tutto da solo ed è molto sicuro delle sue competenze. Per le relazioni si affida a Katarina, lui preferisce il buio e la solitudine della cantina.
Ma è proprio lui a raccontarci l’azienda Pacher Hof: « Ci occupiamo solo di uve bianche, le principali sono sylvaner, riesling e kerner, poi abbiamo un po’ di veltliner e müller-thurgau. La scelta è ricaduta sui bianchi perché i nostri vigneti stanno in alto, dai 650 ai 900 metri. In cantina abbiamo un approccio classico, vinifichiamo come duecento anni fa, in botti grandi, e diamo ai vini la giusta maturazione, evitando di uscire troppo presto. Nel 1890 abbiamo impiantato il Sylvaner verde, di origine tedesca. Eravamo consigliati dall’Istituto Mach, di San Michele all’Adige, e sempre da loro venne il suggerimento di piantare veltliner e riesling. Ma il clima allora risultò troppo freddo per il riesling, la sua storia in valle è iniziata solo vent’anni fa.
Imbottigliamo dagli anni ’70, prima tutto il vino veniva venduto sfuso, in botti da 100 litri per gli alberghi, e il dieci per cento andava via come tassa per l’Abbazia di Novacella.
Coltiviamo 10 ettari di proprietà, più tre dei nostri vicini. In cantina lavoro da solo, ma spesso faccio assaggi con amici per avere un confronto d’opinioni, mentre all’amministrazione e alle vendite ci pensa mia sorella Katarina».
Qui Andreas si ferma, e passiamo ad assaggiare i vini – buonissimi – perlopiù in silenzio. Credo abbia esaurito il numero di parole a disposizione per la settimana.
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