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Un blog che parla di vino, viti e vignaioli

Pfitscher

3 Settembre 2019 Lascia un commento

La sala degustazione della Tenuta Pfitscher, tutta vetro e acciaio, dà la sensazione di trovarsi in una cabinovia, poco prima del balzo nel vuoto. Sotto, un mare di vigne e la valle dell’Adige. 

Ad attendermi lì c’è Daniel, giovane esponente della famiglia Pfitscher. È lui a occuparsi del commerciale, e ha tutte le caratteristiche per riuscirci bene: giovane, elegante, spigliato, passerò con lui un paio d’ore molto piacevoli.

«La Tenuta Pfitscher produce vini sin dal 1861. La cantina è sempre stata nel centro del paese di Montagna, nella Bassa Atesina. Solo nel 2011 abbiamo traslocato in questa nuova sede, nel mezzo dei nostri vigneti. Titolari sono i miei genitori, Klaus e Monika. Mia madre si occupa dell’amministrazione, mentre mio padre segue vigne e cantina, affiancato da mio fratello Hannes, enologo. Io mi occupo delle vendite, mentre un grande aiuto arriva da mia sorella Marion. Anche mio nonno Alfred è tutti i giorni nei vigneti, merito probabilmente del litro di schiava al giorno che beve da novant’anni!

Montagna è rinomato per essere un luogo d’elezione per il pinot nero, e questi è infatti il nostro vitigno principale. Le vigne hanno terreni calcarei e sono esposte a sud-ovest, tra i 500 e gli 800 metri d’altitudine. Si giovano del vento fresco che cala la notte dai monti del Parco Naturale di Trodena, e dall’Ora del Garda che risale la valle nel pomeriggio. Abbiamo vigne anche in altri comuni; a Fiè allo Sciliar abbiamo un vigneto in alta quota, sui 900 metri, dove alleviamo sauvignon e una piccola parte di müller-thurgau. Altri vigneti sono a Ora, Egna, Cortaccia e Caldaro. In tutto alleviamo sette vitigni, cinque bianchi e due rossi, con una percentuale di 60% di vino bianco e 40% rosso. Il Pinot nero primeggia tra i rossi, mentre acquista sempre maggiore importanza tra i bianchi il Sauvignon di Fiè allo Sciliar.

Avere vigne in zone così diverse per esposizione ed altitudine rende molto interessante la nostra viticoltura. Si va dai 300 metri dove coltiviamo lagrein, chardonnay e gewürztraminer, in zone molto calde, ai 900 del sauvignon. Lassù le nostre vigne sono esposte completamente a sud, e godono di più ore di sole. Quindi durante il giorno le temperature sono simili alle zone più basse, per poi precipitare durante la notte. Questo balzo termico dà all’uva un’intensità e un’aromaticità che sta venendo a mancare altrove. E queste caratteristiche si sposano perfettamente allo stile che la nostra cantina vuole dare ai suoi vini. Non vogliamo vini troppo concentrati, opulenti, cerchiamo piuttosto vini verticali, freschi ed eleganti. L’avere gran parte delle vigne, circa il 70%, sopra i 500 metri d’altitudine ci aiuta a realizzare i nostri intenti. Ed è anche un grande vantaggio in questa fase di cambiamento climatico, vantaggio che cerchiamo di sfruttare al massimo per ottenere il meglio dalle nostre uve.

La nostra cantina è stata la prima ad ottenere in Italia il sigillo di qualità Casa Clima Wine, che certifica la sostenibilità della nostra produzione. Per ottenerlo bisogna soddisfare numerosi criteri di qualità, che vanno dall’efficienza energetica dell’edificio alla gestione delle risorse durante la vinificazione, dall’utilizzo delle risorse idriche alla riduzione degli imballaggi per il trasporto del vino. Criteri che monitoriamo costantemente, e che proviamo a migliorare ancora, anche perché alla fine ne vale davvero la pena».

E sorride, come solo i bravi venditori sanno sorridere.

 

Strasserhof
Winedoor, 3 anni dopo

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About Me

Mi chiamo Mauro Fermariello, e sono nato a Napoli nel 1958. Laureato in Scienze Agrarie, ho presto abbandonato il lavoro in campagna per seguire la mia passione per la fotografia.

Mi sono trasferito così a Milano nel 1990, cominciando a collaborare con diverse testate, interessandomi di reportage, ed approfondendo il mio interesse per gli argomenti scientifici.

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