«Cambiare restando fedeli a sé stessi. Innoviamo in continuazione, studiamo le nuove tecnologie per estrarre tutti gli aromi dalla nostra frutta. Ma allo stesso tempo rispettiamo le nostre radici, e l’ambiente che ci ospita, ricordando sempre la grande fortuna di lavorare dove gli altri fanno le ferie». A parlare è Karin Roner, rappresentante della terza generazione della famiglia che produce distillati a Termeno dal 1946.
«Utilizziamo la frutta delle nostre zone, ma non è sufficiente, e allora acquistiamo nel resto d’Italia e in Europa. Non ci spingiamo oltre, per avere certezza dei controlli sulla frutta che importiamo.
Non ci interessa spingere troppo in basso i prezzi d’acquisto, vogliamo che i nostri fornitori siano soddisfatti e restino con noi a lungo». E per sottolineare il concetto, Karin mi porta in una grande sala dove c’è esposto un Lupetto Fiat grigio, con tanto di scala e casse per la frutta, di quelli che si vedevano circolare negli anni sessanta. «Questo apparteneva ad un nostro conferitore. Quando è mancato, a novant’anni, la moglie ha ritenuto giusto regalarcelo, dopo cinquant’anni di lavoro in comune». Karin ancora si emoziona di questo ricordo, si sente che l’azienda per lei non è solo prodotto e fatturato. Ci spostiamo in una piccola cantina per gli assaggi, e intanto continua il suo racconto: «Il nostro lavoro è basato su tre pilastri. Il primo è la frutta, che deve essere sana e matura. Il secondo è la fermentazione, con speciale attenzione alla pulizia. Il terzo è la distillazione, che deve essere lenta, controllata e differenziata per ogni tipo di frutto, per estrarre tutti gli aromi. La bravura del mastro distillatore si vede nel taglio con cui estrae il “cuore” del distillato, scartando le parti iniziali e finali della distillazione. È tutta lì la differenza!
Il nostro Gin Z44 è particolare, ha le note mediterranee degli agrumi, i profumi balsamici delle erbe alpine e della genziana, i sentori floreali delle radici di violetta. Ma volevamo qualcosa che fosse legato alla nostra terra, e guardando fuori dalla finestra ci è venuto in mente di aggiungere pigne di cirmolo. Si raccolgono sugli alberi d’estate, a trenta metri d’altezza, e il loro estratto, molto balsamico, viene poi aggiunto al gin.
Voglio ricordare poi la grappa invecchiata di Pinot bianco; non so perché ma non era mai stata fatta. La distilliamo in purezza, molto lentamente, per poi lasciarla in botti piccole di ciliegio a maturare per un anno. È una grappa molto profumata, in cui ritroviamo quei sentori di mela che già caratterizzano il Pinot bianco come vino.
Sono felice in autunno, quando tutta la frutta arriva e profuma tutti i reparti della distillazione. Ed è bello vedere come si riesce a estrarre tutti gli aromi dalla frutta matura, aromi che poi ritroviamo nel bicchiere. Pensando che per una bottiglia di distillato di pera 07 adoperiamo dai sei agli otto chili di frutta, si capisce che la frutta è veramente concentrata in ogni nostro prodotto!”
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