Oggi voglio parlarvi di un incontro con un cooperatore, nato per caso (l’incontro) e per me molto istruttivo. Non so praticamente nulla del mondo cooperativo trentino, so solo che nel passato è stato fondamentale per emancipare la vita delle famiglie contadine, e che oggi il dibattito tra piccoli produttori indipendenti e le grandi cooperative produce spesso scintille, ma non mi sogno nemmeno di entrare nel merito. Per questo, ci sono gli amici di Trentino Wine Blog!
Sono finito a casa di Sandro Pancher accompagnando un amico comune, in giro per commissioni. Lui non c’era, e ci ha accolto la moglie, Cristina. Ancora prima di farci accomodare, sul tavolo della cucina sono come per miracolo apparse una caraffa di teroldego ed una bella luganega. Apparse e scomparse (altro miracolo?). Ogni tanto passava per la stanza qualche bel giovanotto con aria indaffarata. Complice il teroldego, i ragazzi mi sono sembrati tanti, ma alla fine ho scoperto che erano solo tre. Dopo un po’ è arrivato Sandro, affabile e sorridente. Dovessi sceglierlo per una fiction tv, direi che sarebbe perfetto come medico di provincia, di quelli di cui ti fidi.
Non sono lì per lavoro, per cui mi limito ad ascoltare. Si parla di Trentino, ovviamente (ho scoperto che i trentini hanno un’ identità regionale molto più forte degli altri italiani), e di cooperazione. Sandro lavora cinque ettari e mezzo di vigneto, nel Campo Rotaliano, e conferisce le sue uve alla cantina sociale. Da quando è nato, Winestories ha sempre raccontato di aziende che imbottigliano i propri vini, e ora che mi capita l’occasione, mi sembra interessante far vedere anche l’altra faccia della produzione. Prendo così appuntamento con Sandro per il giorno dopo, per la visita dei vigneti. Arriva accompagnato dal figlio Omar, che studia all’Istituto di S.Michele, ed è pronto per la prima linea. L’impressione che ne ricavo è di grande serenità, di appagamento per un lavoro fatto bene, senza la pressione che spesso accompagna chi segue il suo vino fino all’enoteca.
Ma qualcosa nello sguardo di Omar mi fa pensare che prima o poi un po’ di sano stress entrerà anche nella famiglia Pancher.
[…] Grazie Sandro (Pancher) per aver avuto il coraggio di denunciare pubblicamente (qui) gli ”errori” e le storture della cooperazione vitivinicola trentina. E di coraggio ce ne vuole […]