
Scattano i divieti, la tua auto è a rischio di fermo permanente - winestories.it
A breve scatterà il blocco delle auto diesel Euro 5 nei centri urbani del Nord Italia. In arrivo anche incentivi per la rottamazione e il rinnovo del parco veicoli.
Dal prossimo 1° ottobre 2025 sarà vietato circolare nei centri urbani con auto diesel Euro 5 durante i giorni feriali. Il provvedimento coinvolgerà le città con oltre 30.000 abitanti di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, e sarà valido dalle 8:00 alle 18:30, dal lunedì al venerdì. Le restrizioni, secondo quanto stabilito dalla nuova normativa regionale, mirano a ridurre il livello di particolato atmosferico e a contenere l’impatto delle emissioni nei contesti ad alta densità abitativa.
I veicoli interessati dal blocco sono quelli immatricolati tra il 2011 e il 2015, rientranti nella categoria Euro 5. Auto che, fino a oggi, non risultavano particolarmente inquinanti rispetto agli standard in vigore. Da qui le numerose critiche, sia da parte degli utenti sia da alcune amministrazioni locali. Il blocco arriva in un momento in cui il ricambio del parco auto è ancora incompleto, e per molte famiglie rappresenta un costo non sostenibile.
Il piano, comunque, non è isolato: il governo ha confermato l’intenzione di attivare misure di compensazione per facilitare la sostituzione dei veicoli. E l’Unione Europea, dal canto suo, ha già espresso un parere positivo sulla direzione intrapresa.
Incentivi e bonus rottamazione: cosa prevede il nuovo piano del governo
Parallelamente all’introduzione del divieto, il governo ha in programma l’avvio di un sistema di incentivi economici destinati alla rottamazione dei veicoli più inquinanti, con l’obiettivo di accelerare la transizione verso una mobilità sostenibile. Il piano prevede la sostituzione di almeno 39.000 veicoli entro giugno 2026. Anche se i dettagli finali non sono stati ancora ufficializzati, le anticipazioni parlano di un meccanismo basato sull’ISEE.

Le ipotesi attualmente in esame prevedono un bonus di 11.000 euro per chi ha un ISEE sotto i 30.000 euro, mentre chi rientra nella fascia tra 30.000 e 40.000 potrebbe accedere a 9.000 euro di incentivo. L’intento è quello di offrire un sostegno calibrato, premiando le fasce di popolazione con meno risorse economiche. Il bonus sarà destinato principalmente all’acquisto di auto elettriche o comunque a basso impatto ambientale.
Resta però in sospeso un nodo importante: le auto diesel Euro 5 rientreranno ufficialmente tra i veicoli ammessi alla rottamazione, oppure il contributo sarà limitato alle categorie più vecchie? Al momento, l’ipotesi più accreditata è che possano essere incluse, ma servirà un chiarimento ufficiale nelle prossime settimane. Intanto, l’attenzione resta alta su come verranno strutturati i fondi e distribuiti i benefici.
Pressioni politiche e reazioni: le critiche non mancano
Sul fronte politico, si sono già sollevate alcune voci contrarie, in particolare dalla Lega, che chiede una revisione del calendario o una proroga dell’entrata in vigore del blocco. Secondo diversi esponenti regionali, il divieto potrebbe penalizzare fortemente le famiglie a reddito medio-basso, soprattutto in quelle province dove il trasporto pubblico non è sufficiente o capillare.
I sindaci delle città interessate si sono divisi. Alcuni vedono nel provvedimento una misura necessaria, seppur scomoda, per far fronte alle emergenze ambientali. Altri, invece, denunciano la mancanza di una rete strutturata di alternative di mobilità, in grado di compensare davvero il blocco dei mezzi privati.
Il confronto con le istituzioni europee, in questo senso, ha avuto un peso. La Commissione Europea ha dato luce verde al sistema di incentivi come parte delle strategie nazionali per la decarbonizzazione del trasporto urbano. Una presa di posizione che rafforza l’idea di un cambiamento non più rimandabile.
L’autunno si avvicina e con esso l’applicazione concreta della misura. La sfida sarà duplice: gestire le tensioni sociali che il blocco potrebbe generare e mettere a terra gli strumenti di sostegno con efficienza, senza diseguaglianze né ritardi. Perché dietro a ogni Euro 5 ferma in garage, c’è una scelta forzata che tocca famiglie, pendolari e lavoratori.