
Se quando torni dalle vacanze, non sei riposato, è perché hai sbagliato questo - winestories.it
Le ferie estive non sono tutte uguali: la scienza indica una durata ideale, mentre la legge italiana garantisce almeno quattro settimane all’anno. Ma per rigenerarsi serve anche staccare davvero.
Con l’arrivo dell’estate milioni di italiani preparano le valigie. Alcuni si concedono una settimana di stop, altri riescono a staccare per due o tre settimane, e chi ha più margine si prende anche un mese intero. In ogni caso, le ferie retribuite rappresentano un diritto sancito dalla legge, con l’obiettivo di offrire un vero recupero psicofisico. Eppure, non tutti sanno quanti giorni servano davvero per riposare a fondo. E la risposta, stavolta, arriva dalla scienza.
Il periodo perfetto per rigenerarsi: lo studio dell’università di Nijmegen
Un team di ricercatori dell’Università di Nijmegen, nei Paesi Bassi, ha analizzato gli effetti delle vacanze sul benessere individuale. I risultati, pubblicati nel Journal of Happiness Studies, parlano chiaro: il massimo beneficio psicologico delle ferie si raggiunge intorno all’ottavo giorno. Da quel momento in poi, il livello di soddisfazione resta alto ma tende gradualmente a scendere.
Vacanze troppo brevi non consentono un vero recupero, ma anche quelle troppo lunghe rischiano di diventare controproducenti. Dopo l’undicesimo giorno, molte persone iniziano a provare noia, svogliatezza o un’ansia anticipatoria per il rientro. La durata ottimale delle ferie, secondo i ricercatori olandesi, è quindi compresa tra 8 e 11 giorni: un equilibrio che permette di staccare senza disabituarsi alla routine. Una teoria che sembra confermare l’intuizione di William Shakespeare, secondo cui “se passassimo tutto l’anno in vacanza, divertirci sarebbe faticoso quanto lavorare”. In effetti, alternare fasi di lavoro e riposo resta l’unico modo per mantenere un equilibrio mentale, emotivo e fisico stabile.

La psicologa del lavoro Bénédicte Pichard ha sottolineato che non basta fermarsi per qualche giorno se si resta connessi al lavoro. “La vera vacanza – spiega – è quella che permette una rottura netta con la routine quotidiana”. Leggere mail di lavoro, rispondere a chiamate aziendali o restare attivi sulle chat dei colleghi è una trappola frequente, che annulla gran parte dei benefici.
Anche le attività scelte durante il tempo libero incidono. Passare giornate intere davanti a uno schermo, tra Netflix, social e scroll infinito, non consente un vero recupero. Sono comportamenti che impegnano la mente, anche se in apparenza sembrano rilassanti. Il consiglio è semplice: cercare esperienze diverse rispetto al quotidiano, preferibilmente all’aperto o a contatto con la natura.
Meglio dividere il riposo in più periodi brevi durante l’anno, piuttosto che accumulare settimane tutte in una volta. E quando si è in ferie, mantenere un distacco totale dal lavoro, anche solo per pochi giorni, può fare la differenza tra una vacanza rigenerante e una pausa sprecata.
Cosa dice la legge italiana sulle ferie retribuite
Secondo l’articolo 10 del D.lgs. 66/2003, ogni lavoratore ha diritto ad almeno quattro settimane di ferie retribuite all’anno. Di queste:due settimane devono essere godute, preferibilmente in modo continuativo, entro l’anno di maturazione;le altre due possono essere utilizzate entro i 18 mesi successivi.
Chi è stato assunto da meno di un anno matura le ferie in proporzione ai mesi lavorati: circa 2,33 giorni al mese. Alcuni contratti collettivi possono prevedere condizioni più vantaggiose, ma mai peggiorative rispetto al minimo di legge.
Il periodo delle ferie non è scelto liberamente dal lavoratore: secondo l’articolo 2109 del Codice Civile, è il datore di lavoro a stabilirlo, tenendo conto delle esigenze aziendali e di quelle del dipendente. In molti casi, come nel mese di agosto, si può anche decidere una chiusura collettiva obbligatoria, per esempio a Ferragosto.
Il consiglio è quello di controllare il contratto collettivo di riferimento e verificare in busta paga il saldo ferie disponibile, così da programmare con chiarezza i propri periodi di riposo e utilizzarli nel modo più efficace.
La vacanza perfetta, insomma, non è fatta solo di valigie e partenze, ma di disconnessione vera, tempo di qualità e attenzione a sé stessi. Anche se dura pochi giorni.