
In questa parte d'Italia si pagano meno tasse - (winestories.it)
Nuove agevolazioni su Irpef e Irap in questa regione: risparmi fino a 900 euro l’anno, incentivi anche per rientro di cervelli e imprese
Il modello portoghese ha rappresentato un banco di prova importante. Partito nel 2009, il programma ha offerto agevolazioni fiscali a stranieri, in particolare pensionati e lavoratori, per attrarli nel Paese. Sebbene abbia portato all’arrivo di quasi 90mila persone in 15 anni, le conseguenze non sono state tutte positive: la crescita demografica ha contribuito a una crisi del mercato immobiliare nelle città principali, spingendo il governo a sopprimere gli incentivi nel 2024.
Questa esperienza evidenzia l’importanza di una programmazione attenta e di misure di accompagnamento per evitare effetti indesiderati, come l’aumento dei prezzi degli immobili o tensioni infrastrutturali.
In questa parte d’Italia si pagano poche tasse
Il Consiglio dei ministri ha approvato il 14 luglio un decreto legislativo che dà attuazione a un accordo tra lo Stato e la Regione Siciliana risalente al 2009. Tale norma consente alla Sicilia di applicare una riduzione delle imposte regionali per persone fisiche e imprese che scelgono di trasferire la propria residenza o sede operativa sull’isola, con l’obiettivo di stimolare investimenti e incrementare la popolazione residente.

Questa iniziativa si inserisce in una strategia già sperimentata all’estero, in particolare dal Portogallo che nel 2009, in piena crisi economica, aveva introdotto agevolazioni fiscali rivolte a stranieri, soprattutto su redditi da pensione e lavoro. Il programma portoghese, durato 15 anni, ha attratto circa 89mila persone, ma è stato poi sospeso nel 2024 a causa di effetti negativi, tra cui una crisi abitativa nelle principali città.
Essendo la Sicilia una regione a statuto speciale, ha infatti maggiore margine di manovra rispetto alle altre regioni italiane, potendo intervenire sulle aliquote fiscali di propria competenza fino ad azzerarle, pur senza modificare le imposte nazionali.
Le imposte su cui la Sicilia potrà intervenire sono l’addizionale Irpef regionale e l’Irap, entrambe tributi locali. Attualmente l’addizionale Irpef siciliana è tra le più basse d’Italia, fissata all’1,23%, mentre l’Irap si colloca su valori più elevati, tra il 4,82% e il 4,97%. A queste si sommano le addizionali Irpef comunali, sulle quali non è ancora chiaro se la Regione potrà incidere.
Uno studio del 2023 condotto dal sindacato Uil ha stimato che un contribuente con un reddito lordo di 20mila euro potrebbe risparmiare tra 246 e 449 euro all’anno grazie all’azzeramento delle addizionali Irpef comunali e regionali, mentre per un reddito di 40mila euro il risparmio potrebbe oscillare tra 736 e 897 euro, a seconda del Comune di residenza. I dati per i principali capoluoghi siciliani evidenziano risparmi significativi:
| Capoluogo provinciale | Risparmio con 20mila euro | Risparmio con 40mila euro |
|————————|—————————-|—————————-|
| Palermo | 449 euro | 897 euro |
| Catania | 406 euro | 812 euro |
| Messina | 406 euro | 812 euro |
| Agrigento | 406 euro | 812 euro |
| Ragusa | 371 euro | 763 euro |
Tali stime rappresentano però scenari ipotetici che dovranno essere valutati con attenzione considerando l’impatto sul bilancio regionale e sulla popolazione.
Parallelamente agli incentivi regionali, in Italia sono in vigore regimi fiscali agevolati destinati a chi trasferisce la residenza fiscale nel Paese dopo un periodo all’estero, destinati a due categorie principali:
- Rientro dei cervelli, riservato a docenti, ricercatori e professionisti altamente qualificati, che prevede l’esenzione fiscale del 90% del reddito da lavoro dipendente o autonomo per 5 anni, estendibili in presenza di figli o acquisto di immobili.
- Lavoratori impatriati, che beneficiano di una tassazione ridotta al 50% o 70% sul reddito imponibile per un periodo di 5 anni, con requisiti di elevata qualificazione e obbligo di residenza fiscale continuativa in Italia. Dal 2024, le condizioni sono state rese più restrittive, ad esempio con l’allungamento del periodo di assenza fiscale precedente al trasferimento da 2 a 3 anni.