L’edificio è enorme, ma ha una sua eleganza. Belli i disegni che decorano la parete che costeggia la strada, bella la grande botte con il logo e il nome in acciaio dorato, magnifiche le vetrate dell’enoteca che affacciano sulla piana di Merano. In quanto a panorami, l’Alto Adige non delude mai. Stiamo parlando della Cantina Merano, dove in bottaia mi aspetta Stefan Kapfinger, enologo e direttore di produzione della cantina.
Waldgries
La Tenuta Waldgries è alla base della salita che porta al Renon. Ha come sfondo lo scenario del Catinaccio e di fronte la conca di Bolzano, che nel calore di un pomeriggio luglio vibra come un miraggio. Christian Plattner, proprietario della tenuta, mi aspetta nel fresco della cantina, pochi saluti e attacca subito a raccontare: «I primi documenti che testimoniano la produzione di vino in questa tenuta risalgono al 1242. Alla
Cantina Bolzano
Le vecchie cantine sociali avevano il loro fascino, ma erano in qualche modo tutte un po’ simili tra loro. Quelle moderne no, sono firmate da grandi studi e non passano certo inosservate. Non fa eccezione la Cantina Bolzano, un grande cubo in maglie d’acciaio, attraversato da linee che disegnano una foglia di vite. L’appuntamento è con Stephan Filippi, enologo, che mi accoglie in bottaia. «La Cantina Bolzano è nata dalla
Franz Gojer – Glögglhof
Arrivo all’appuntamento alle due del pomeriggio. Il muro bianco dove campeggia la scritta Glögglhof mi rimanda lampi di luce accecante. Il termometro del furgone dà 42 gradi. A portarmi all’ombra e al fresco di una cantina ci pensa Florian Gojer, giovane enologo e figlio di Franz, titolare dell’azienda. Che poi Florian non è così giovane come sembra, visto che ha già messo su famiglia. Lui ci ride su, «sono sempre
Cantina San Paolo
Neanche il tempo d’arrivare che Wolfgang Tratter, l’enologo della Cantina San Paolo, ci carica in auto insieme a un paio di ceste cariche di bottiglie e bicchieri. È impaziente di farci assaggiare il vino di punta della cantina, il Pinot bianco Sanctissimus, e ha deciso che la cosa migliore è farlo proprio nella vigna in cui viene prodotto. È su una collina appena fuori dal paese, a 400 metri d’altitudine.
Erbhof Unterganzner
L’Erbhof Unterganzner poggia sulla roccia porfirica della riva sinistra del fiume Isarco. Al primo mattino le acque luccicano come argento vivo, portando a valle un soffio d’aria fredda. Erbhof significa “maso avito”,titolo che spetta alle aziende con più di duecento anni di storia. E l’Erbhof Unterganzner fu acquistato dalla famiglia Mayr nel 1629, e da allora tramata di padre in figlio. Oggi a condurla è Josephus Mayr, ma in cantina
Pranzegg – Martin Gojer
Arrivo da Martin Gojer, azienda Pranzegg, alle nove. Maso e vigne sono ancora in un’ombra azzurra, mentre il versante opposto della valle è splendente di sole. Suono il citofono e la porta si apre. Martin mi aspetta di sopra, ma io resto intimorito dal calore del legno che mi circonda, il primo impulso è di togliermi le scarpe. Prendiamo un caffè, intanto Martin comincia a raccontare, “questo è un luogo