Siamo nella vigna Ravera, a godere degli ultimi raggi di sole, immersi in un mosaico di vigne multicolori. È un vigneto così impervio che solo a stare in piedi vien male ai tendini, “da bambino lo odiavo, seguivo mio padre nel lavoro, e c’era sempre da andare giù a prendere l’acqua, o una cesoia, e a salire la fatica spaccava le gambe. Ora, appena posso, mi rifugio qui”. Ci sistemiamo
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