Si sale per tornanti stretti, pensando “ma sarò sulla strada giusta? Possibile ci siano vigne in posti tanto impervi?” Poi un piccolo slargo, ed ecco l’ingresso della tenuta Castel Juval – Unterortl. Il cortile è occupato da un enorme autotreno, di quelli che girano l’Italia per gli imbottigliamenti. Martin Aurich va su e giù col muletto caricando bancali, e pare divertirsi parecchio; la moglie Gisela un po’ meno, indaffarata com’è
Falkenstein
Naturno, Monte Sole della Val Venosta. Nuvole bianche e basse si stagliano sul fondo verde scuro dei boschi di conifere. Sono nell’azienda Falkenstein, in attesa di Franz Pratzner, il titolare. Quando arriva, ho subito un’impressione di forza, spalle larghe e andatura da rugbista. Ha un bel sorriso, con gli occhi azzurri che si riducono a due fessure. Dev’essere un tipo coraggioso, se a fine anni ’80 ha avuto l’animo di
Baron Longo
Anton Longo Liebenstein è un giovane assai compìto, dal sorriso timido. Ma ha idee chiare e un carattere forte, che lo hanno portato, nel 2015, ad occuparsi in prima persona nell’azienda di famiglia e riprendere a vinificare le uve della tenuta, anziché consegnarle alla cantina sociale, come avveniva oramai da un secolo. L’attività infatti venne interrotta con il passaggio dell’Alto Adige dall’Austria all’Italia, quando il bisnonno di Anton, allora sindaco
Cantina Kaltern
Se passate per la Strada del Vino di Caldaro, non potrete non notare l’ingresso della Cantina Kaltern. Una superficie metallica brunita, con disegni luminosi di foglie di vite giganti, e due grandi vetrate sovrapposte. Sopra ci sono gli uffici, tutti a vista, e sotto il wine-center, l’accogliente bar-enoteca dove è possibile degustare ed acquistare i vini della Cantina. Intanto che aspetto Andrea Moser, l’enologo della Cantina Kaltern, do un’occhiata in