in breve: Massimo Palmieri ha un che di teatrale, nel fisico e nei modi. Alto, atletico, un bel sorriso e grande gestualità. Quando lo vedo penso a Gassman, il Mattatore. Molto più pacata la moglie francese, Pascale Marquet. Che però mette subito le cose in chiaro: ” Direi che sono stata io l’origine della spinta. Volevo fare la mamma, e a Milano era impossibile”. Nei primi anni 2000 vivevano a
Terroir Marche 2022
Terroir Marche 2022. Quest’anno la manifestazione si è tenuta a Villa Malacari, sede dell’azienda omonima e casa di Alessandro Starrabba, che ritrovo stanco e trafelato, ma come sempre gentile, ironico e sorridente. E insieme a lui ritrovo tutti gli amici di Terroir Marche; sono anni che Winestories li segue, sia in azienda che negli eventi nel corso del tempo, ad Ascoli, Macerata ed Ancona. Un modo piacevole per imparare la
Fattoria di Poggiopiano
in breve: Arrivo alla Fattoria di Poggiopiano, sulle colline di Fiesole, sotto una pioggia insistente. Dopo un paio di tentativi di riprese in esterno, desisto e mi dedico alle interviste. Si parte con Mauro Galardi, che da più di trent’anni conduce l’azienda. “Ho iniziato nell’85, l’anno della tremenda gelata, si raggiunsero i meno 23°. La maggior parte dei nostri olivi vennero colpiti, fu però l’occasione per cambiare la tipologia di
Terroir Marche 2019
“Com’è andata?” – Non lo so! Ci sono alcuni eventi, e Terroir Marche è sicuramente uno di questi, che mi coinvolgono talmente tanto (per la mole di lavoro prevista, per la quantità di amici presenti) che alla fine non mi rendo mai bene conto di cosa ho realizzato. Quest’anno, prima volta ad Ancona, erano presenti diciannove aziende marchigiane più alcuni produttori friulani e un paio dalla Mosella. Solo quando sono
Luce e colore delle Marche
Ho cominciato a preoccuparmi quando ho visto che i relatori erano due. Il panico è scattato quando ho capito che avrebbero mostrato numerose slides, costringendomi a cambiare i diaframmi della macchina per poterle riprendere. Quando poi uno dei due relatori si è messo a vagare per la stanza ho cominciato a imprecare, e ho smesso solo ieri pomeriggio, alla fine del montaggio. A questo aggiungete le luci fioche e il
Verdicchio di Jesi e Matelica
Alessio Pietrobattista conduce il laboratorio sui verdicchio di Terroir Marche (Cantina Cavalieri, Col di Corte, La Distesa, Di Giulia, Failoni, La Marca di San Michele, Pievalta, Peruzzi). È consigliabile visionare il video con un calice in mano, vi verrà sete di sicuro.
Terroir Marche 2017
Sono un tipo abitudinario, e quando mi hanno detto che quest’anno Terroir Marche si sarebbe spostato da Ascoli a Macerata ci sono rimasto male. Mi sbagliavo, anche Macerata è bellissima, e la manifestazione è pienamente riuscita. Non è stato facile seguire tutto, ma correndo su e giù per il corso di Macerata siamo riusciti a coprire tutti gli eventi: i cinque laboratori (con Veronica Crecelius, Simon Woolf, Armando Castagno e
La Mosella a Terroir Marche
Adesso, per vantarmi, potrei elencarvi tutti i tipi di Riesling bevuti ad Ascoli, a Terroir Marche. Giusto per lo sfizio di scrivere per una volta anch’io Trockenbeerenauslese. Ma siccome i vini assaggiati, e i vignaioli conosciuti, mi sono piaciuti molto, allora prima poi in Mosella ci vado davvero, e una bella lezioncina non ve la toglie nessuno. Intanto ecco qualche breve intervista ai produttori tedeschi presenti a Terroir Marche. Un
Terroir Marche 2016
Terroir Marche è un’esperienza giovane, la manifestazione è solo al secondo anno, ma è già un evento ben articolato; quest’anno abbiamo avuto la mostra fotografica dedicata a Mario Dondero, cinque seminari e la presenza di una delegazione di vignaioli della Mosella, un bel segnale d’apertura verso altre realtà vinicole. Il tutto in una delle piazze più belle d’Italia. Il Consorzio Terroir Marche non è nato per vendere più bottiglie, ma per
Garofoli
Gioacchino Garofoli, la più antica casa vinicola delle Marche. Così recita la testata del sito internet, e questo basta a incutermi un certo timore. La sede è a Loreto, una lunga facciata color panna, i cui archi e il piazzale assolato mi fanno pensare ad una hacienda andalusa. Sono in leggero anticipo, e resto in attesa nel grande atrio d’ingresso, a sfogliare libri e riviste enologiche che han parlato