Umani Ronchi, ad Osimo, in cantina con Michele Bernetti. «Mio padre sull’inglese era un autodidatta, ma non si lasciava scoraggiare, se la cavava inventando le parole, “please, give me the cavatapp”. In fiera dava spettacolo, ma ha sempre avuto la capacità d’arrangiarsi, e di andare avanti. Le difficoltà di confrontarsi con un mondo distante dal nostro non lo scoraggiavano. Partiva per New York, con la valigia carica di bottiglie, senza
Villa Bucci
Ostra Vetere, località Pongelli. Ci si arriva superando colline coltivate a grano e girasole, lungo strade deserte come solo nelle pubblicità di automobili. Ampelio Bucci mi sta aspettando, ma prima di iniziare facciamo un salto al bar per un caffè – la sua cortesia non prevede un approccio al lavoro troppo rude – e una breve visita in azienda. La sede è costituita da diversi edifici, strutture semplici, da vecchia
Tenuta Cocci Grifoni
«Il mondo dell’enologia è vivere gli angoli della cantina, sentire il rumore del vino, ascoltare le fermentazioni, assistere i travasi, agganciare i morsetti, preparare i piedi di fermentazione…tutte piccole cose che fanno un insieme, e questo insieme è l’anima di quel vino. Il vino non è una cosa sterile, un vino deve emozionare; devi partire dall’uva, e trasferire quest’anima nella materia finale. Di un vino bisogna prendersi cura, custodirlo, rispettarne
La Distesa
Corrado Dottori ha un fisico nervoso, atletico, capelli lunghi e arruffati, baffi e pizzetto da moschettiere, un atteggiamento sicuro di sé. Sembra sempre leggermente altrove. Più che distratto, assorto. E, quando si parla di lui, bisogna tener presente la sua metà, Valeria. Non è un modo di dire, Valeria e Corrado insieme fanno uno. Unità non divisibile. Arrivo in azienda di buon mattino, accolto dai figli, Giacomo e Giulia, che
Collestefano
È la prima volta che attraverso l’Alta Valle del fiume Esino e, complice la luce radente del pomeriggio, sono stato preso dall’intenso desiderio di chiamare tutti gli amici per dire “presto, prenotate le prossime vacanze a Matelica!”. Campi di grano e girasoli, vigne e grandi querce, e sullo sfondo gli appennini azzurri. È l’unica vallata delle Marche che non segua la direzione ovest-est, e non corra verso il mare, ma
Capecci San Savino
Trovo Simone al centro del grande cortile, che dirige il traffico delle uve in arrivo. Dalla vigna sta salendo il trattore, con i cassoni pieni d’uva. Simone fa una rapida ispezione ai grappoli e assaggia qualche chicco. Dà una mano per le manovre di scarico, e per riportare i cassoni vuoti sul rimorchio, e poi con il muletto impila rapidamente quelli pieni. Ogni tanto fa un controllo alla pigiatrice, che
Coroncino
“Io non ce l’ho un Verdicchio ideale, il Verdicchio è il Verdicchio”. Esordisce così Lucio Canestrari, mentre percorriamo la strada polverosa per andare in vigna; dove la moglie, Fiorella De Nardo, con la squadra di operai, sta portando a termine la vendemmia. Sono nella vigna di Spescia, un erto pendio che fronteggia il paese di Cupramontana. “In realtà, parlare del vitigno è riduttivo, il vitigno si esprime su di un
La Monacesca
Aldo Cifola è un signore gentile, con l’aria sicura di chi sa il fatto suo, e dà l’impressione, quando parla, di aver meditato a lungo sui concetti che esprime. Per l’intervista saliamo verso i vigneti, dove si trova anche la grande cantina. Ci sediamo tra le botti, indorate dalla luce pomeridiana. “Quest’azienda nasce nel 1966, da un progetto di mio papà Casimiro. Lui faceva tutt’altro, ma aveva una forte esperienza
Malacari
Noialtri, tuttalpiù, abbiamo il nostro nome scritto col pennarello sulla targhetta del citofono. Alessandro Starrabba Malacari ce l’ha inciso nel marmo (e in latino, Malacarius), sulla lastra a forma di mezzaluna che sovrasta il grande portone verde di Villa Malacari, a Offagna. La villa è del seicento, pareti rossastre ricoperte d’edera, giardino all’italiana, vialetti di ghiaia e grandi alberi ombrosi. Al piano terra c’è la cantina, e al primo gli
Fattoria San Lorenzo
Natalino ha un fisico robusto, compatto, e capelli corti e dritti che sembrano spilli neri conficcati in testa. Sorride spesso, e ha l’occhio sveglio. Decidiamo di cominciare l’intervista nella Vigna delle Oche. Mentre andiamo, non sono neanche duecento metri da casa, ho modo di vedere qualche oca in cortile. “Il nome della vigna viene proprio da loro, dalle nostre oche. In primavera sono più di cinquanta a razzolare nel