Arrivo ai cancelli dell’azienda Bisceglia sotto un violento acquazzone. Incuranti di questo, due cuccioli mi corrono incontro a farmi le feste. Michele Bisceglia prudentemente mi aspetta al coperto; è un bel ragazzo sorridente, sicuro di sé. Ci conosciamo già, ci eravamo presentati al Vinitaly, dove tutto il gruppo di Generazione Vulture stava facendo un flash mob. Michele è cordiale e sbrigativo, ci facciamo subito un giro della struttura per capire
Madonna delle Grazie
Cantine Madonna delle Grazie nasce nel 2003. Ma l’azienda agricola di Giuseppe Latorraca, e dei figli che oggi lo affiancano, ha una storia antica, che parte dai bisnonni degli attuali conduttori. Otto ettari e mezzo di aglianico del Vulture nell’agro di Venosa, suddivisi in quattro vigneti molto differenti, sia dal punto di vista pedoclimatico che da quello di età dei vigneti. Siamo nel Vulture, quindi parliamo di terreni tufacei di
Generazione Vulture
Me ne aveva parlato al telefono Sara Carbone, “sta nascendo qualcosa di nuovo giù nel Vulture, un gruppo di ragazzi si è messo insieme per raccontare la loro terra e il loro vino, senza protagonismi. Perché non vai a sentirli?” Non ci pensavo nemmeno, da casa mia fanno 900 km per arrivare nel Vulture. E infatti, una settimana dopo ero in una rumorosissima pizzeria nel centro di Barile, circondato da
Grifalco
Credo che il mio navigatore riceva sovvenzioni sottobanco dalle pro loco rurali per favorire l’incremento dei visitatori nei loro comuni, ché altrimenti non si spegherebbero i giri oziosi che ogni tanto mi fa prendere. Andando all’azienda Grifalco – a Pian di Camera, Venosa – a un certo punto mi sono arreso. Ero nel vuoto più assoluto, e qualunque direzione prendessi, una sensuale voce femminile mi ripeteva “effettuare inversione a U”.
Armando Martino
Ancora in Basilicata, e sempre nel Vulture. Di conseguenza, ancora aglianico del Vulture. Ma stavolta non siamo fortunati come le altre volte, e quando arrivo all’appuntamento con Carolin Martino, il cielo non fa prevedere niente di buono. Decidiamo di andare subito in campagna, per anticipare la pioggia. C’è un vento che ci porta via, ma mi fa gioco per fotografare Carolin. Siamo in piena vendemmia, l’uva è pronta per essere
Mastrodomenico
Emanuela Mastrodomenico e il padre Donato mi aspettano sulla soglia della cantina. È la classica cantina di Barile; qui l’intera collina è punteggiata da portali che introducono a grandi spazi scavati nel tufo. Create dalla comunità albanese che si insediò a Barile (come in altre località del Vulture) cinque secoli fa, oggi costituiscono l’ambiente ideale per conservare il vino. L’azienda è condotta da Emanuela e Giuseppe, con la supervisione di
Carbone Vini
È successo tutto molto velocemente, sono ancora sorpreso dalla rapidità degli accadimenti. Avevo chiamato Sara Carbone, vignaiola in Melfi, per alcune informazioni, ed eccomi in Basilicata, pochi giorni dopo. Non so nemmeno perché, giuro che mi ero ripromesso di starmene un po’ tranquillo a casa. E il bello è che Sara nemmeno c’è, in Basilicata. Ho scoperto che vive in Friuli, e gran parte del lavoro per l’azienza (vendita e
Cantine del Notaio
Non so perché ma, tra le scelte di vita compiute per dare una sterzata al proprio destino, quella di mettersi a fare vino è tra le più quotate. Visti i chiari di luna, mi sembrerebbe più logico che un vignaiolo si alzasse una mattina per dire “Sai che c’è di nuovo? Quasi quasi mi trovo un bell’impiego in banca!” Ma questo non succede mai, o forse i wineblogger non ce