video: Mauro Fermariello
Uno dei più accreditati motivi per cui mia moglie potrebbe chiedere il divorzio è per la mia abitudine, nei momenti topici di un film, di tormentarla con le somiglianze degli attori: “Chi ti ricorda quello? Non trovi che Clooney di trequarti sembra zio Gino? Guarda, il sorriso di Cinzia!”.
Quindi, appena incontrato Enrico Togni, alla mostra mercato Fivi, ho cominciato a pensare chi mi ricordasse. Ieri l’illuminazione: Ugo Foscolo! Ditemi se non ho ragione.
E non poteva essere altrimenti, come si può definire la viticultura di Enrico se non romantica? E’ tutto uno “sturm und drang” di salite impervie, scelte del cuore, muretti a secco, vitigni recuperati.
Lui ci mette l’entusiasmo della gioventù e un animo puro, il paesaggio della Valcamonica fa il resto. Casa e cantina sono in cima al paese, Erbanno, e la macchina va fermata con un paio di sassi sotto le gomme. Mi riceve la madre di Enrico, Rosi, che ancora prima di salutarmi, mi grida: “Ma l’ha sentito il terremoto?”. Questo no, me lo sono perso, ma ieri notte ho temuto di morire a Darfo Boario, cosa che nelle biografie di un artista non suona benissimo.
Enrico lo trovo che traffica in cantina, e poco dopo ci raggiunge Lucia Bellini, collaboratrice di TerraUomoCielo. Lucia è una “groupie” dell’ambiente del vino, prima di conoscerla la vedevo ogni tanto spuntare su Facebook nelle tavolate dei vignaioli, sempre con in mano un calice più grande di lei. Capisce di vino, e mi dà buoni consigli.
Andiamo in vigna; la vista delle montagne è splendida, il fondovalle ha qualche capannone di troppo. Tre ettari di terreno, per circa 12.000 bottiglie, rese basse per una ricerca estrema della qualità.
Enrico ha rilevato i vigneti di famiglia nel 2003, e per farlo ha lasciato gli studi quasi terminati. Poco male, non sono certo gli avvocati che mancano in questo paese. I custodi sì, invece. E’ questo che fa, Enrico, protegge terreni che se non lavorati scenderebbero a valle. Fa tutto a mano, da solo. Lo aiutano, come consulenti in cantina e per la comunicazione, Giovanni Arcari e Nico Danesi, ideatori del progetto TerraUomoCielo, e la Rosi, tra una polenta e l’altra.
L’azienda produce un rosato da uva schiava, il Martina Vecchie Vigne. Tutti gli altri sono rossi da monovitigno, ad eccezione del Lambrù ( marzemino, barbera, merlot).
Abbiamo così il Vidur (barbera), il Rebaioli Cav. Enrico (merlot), il 1703 (nebbiolo), il San Valentino (erbanno).
Affascinante il progetto dell’ Opol, un vino ottenuto da uve dei contadini della zona, cui è stato richiesto il rispetto di elevati standard qualitativi a fronte di un buon prezzo delle uve; tutto questo per la salvaguardia dei pochi vigneti rimasti. A Ugo Foscolo sarebbe piaciuto.
di più: www.togni-rebaioli.it
claudio buizza dice
Mi piace. I nostri territori hanno estremo bisogno di persone che li custodiscono, li curano, li salvano dal degrado. Consapevoli o inconsapevoli (non importa la differenza) salvatori di terre destinate all’abbandono o -peggio- ad essere edificate con “qualcosa” che certo non servirà a nessuno. Mentre un vino, una marmellata, un frutto o un pascolo serviranno sempre.
giuliani giovanni dice
Ho avuto il piacere di assaggiare i suoi prodotti ball osteria capoBorgo mi devo complimenti con lei veramente ottimi le sarei grato se mi dicesse i prezzi