Dopo il dovuto omaggio a Dom Pérignon, ci dirigiamo verso Ambonnay, per visitare l’azienda Marguet. Nel tragitto l’atmosfera è da gita scolastica, tutti divertiti per i borbottii contrariati di Peter, che ha saputo che Benoît Marguet usa i cavalli per le lavorazioni in vigna, “queste sono cose che servono a voi fotografi per fare belle foto, non per fare il vino”.
Per fortuna, quando Benoît esce per accompagnarci in vigna, Peter commenta “ha un bel sorriso, mi piace”, e noi tiriamo tutti un sospiro di sollievo.
I cavalli sono bellissimi, e lavorano egregiamente, mentre Matilde si concede qualche selfie con loro.
Rientriamo in cantina e lì, devo ammetterlo, vacilliamo un po’ tutti. Tra le barrique troneggia una statua del dio Shiva, e per rincarare la dose Benoît sostiene che abbracciare le botti aiuta a fare buoni vini.
Scendiamo nelle cantine sotterranee, affascinanti, per poi risalire per gli assaggi. Tutto è perfettamente in ordine, ed estremamente pulito, mentre noi infanghiamo tutto con gli scarponi reduci dalle vigne.
In sala degustazione Benoît apre diverse bottiglie – nel video qualche commento – mentre ognuno dei nostri gliene regala una della propria azienda. Alla fine i giudizi sono unanimi: una visita interessante, una bella cantina e un vignaiolo decisamente originale.
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