video: Mauro Fermariello montaggio: Mauro Di Schiavi
“Se lavori a mano, che bisogno c’è di andar diritto?” (video, min.2,50)
E’ tutto in questa frase il senso del lavoro di Federica Magrini e Lorenzo Mocchiutti. Un lavoro artigianale e creativo, dove i gesti non si ripetono mai eguali, ed il risultato non è predeterminato, ma solo l’esito di una ricerca sul campo. Hanno sensibilità diverse, Federica e Lorenzo, e la loro unione ci regala l’equilibrio dei loro vini. E mentre in Federica sento un’esigenza pratica e politica di “fare la cosa giusta”, in Lorenzo mi sembra di vedere una vena artistica, me lo immagino fra tele e pennelli con il grembiale e le dita sporche di colori.
Per Lorenzo tutto è cominciato, come spesso avviene per la nuova generazione di vignaioli, seguendo il nonno nei lavori in campagna. Dapprima i due ettari di Duline, poi la scoperta delle antiche vigne di Ronco Pitotti-Valori, con piante risalenti agli anni ’20. Un lungo lavoro di studio, di micro-vinificazioni, c’erano più di venti varietà, con diversi biotipi. Ora gli ettari sono otto, per una produzione di 18.000 bottiglie. Conduzione naturale, con grande attenzione al mantenimento dei boschi, delle siepi e di un giusto inerbimento. Camminando per la vigna sembra di essere in un giardino un po’ trascurato, come spesso accade nelle campagne inglesi, dove non senti l’ansia di essere ordinati, ma solo il piacere della natura libera. Insomma, mi sentivo a casa.
Tornando a casa mi chiedevo se da due idealisti come i nostri potesse venir fuori qualcosa che andasse oltre le buone intenzioni. Ho aspettato una settimana, ché la bottiglia si riprendesse dal viaggio, e poi una sera a cena ho aperto un Morus Nigra, da Refosco peduncolo rosso. Una folgorazione.
E’ proprio vero che per le cose pratiche ci vogliono i sognatori.
di più: www.vignaidaduline.com
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