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Monte dei Ragni

Zeno mi accoglie con poche parole, sembra pesarle tutte. Mi ricorda Erri De Luca, lineamenti marcati, silenzi pensosi e improvvise accelerazioni, considerazioni originali e battute spiazzanti. Parlare con Zeno è ossigeno per il cervello. Frequento il mondo del vino da qualche anno, e i danni della comunicazione globale sono evidenti, sento ripetere gli stessi concetti cantina dopo cantina, giuro che la prossima volta che “il mio vino è espressione del territorio”, mi metto a piangere.

Con lui no, è diverso. Ha elaborato un suo modo di intendere l’agricoltura, tutt’uno con la sua vita, e rispetta le sue scelte con rigore. In molti obiettano che è facile, producendo poco. Ma produrre poco è una decisione ponderata, potrebbe produrre dieci volte di più, se volesse.

Ha scelto un’altra strada, vuole essere un contadino in equilibrio sulla terra, e vuole che questa resti fertile. Ha posizioni estreme, ma tutte dettate da una continua ricerca del senso del suo operato, e dal desiderio di sentirsi libero.

Quando comincio a scattare un po’ di foto, passa la cognata di Zeno e dice: “Guarda che diventi famoso, te toca ‘ndar alle conferenze”.

E lui, di rimando: “A mi me toca solo morir, per il resto farò quel che vojo mi!”

Questo è Zeno Zignoli, e state pur certi che farà sempre e solo quello che vuole, e sarà la cosa giusta.

Published by
Antonella Boccasile