La prima volta che ho incontrato Sandro Sangiorgi è stato nella primavera del 2012, alla manifestazione ViniVeri. Questo blog era nato da poco, ed io ero avido di tutto ciò che parlasse di vino. Lui era lì al banchetto che presentava “L’invenzione della gioia”, e fui felice di comprarmi il libro, farmelo autografare e scambiare due parole con l’autore. Il libro l’ho poi letto tre volte. La prima ci ho capito ben poco. Non per sua colpa, la mia ignoranza era assoluta. Ma mi è piaciuto lo stesso, era intelligente e poetico, e ogni parola sembrava scelta con cura. Le altre due volte mi è piaciuto ancora di più; era sempre come essere in un mare in burrasca, ma io ormai un poco avevo imparato a nuotare. Per cui, quando ho saputo che Sandro avrebbe condotto le degustazioni degli incontri di Cupramontana, ho caricato la roba in macchina e sono partito. Tutti ospiti di Valeria e Corrado Dottori, abbiamo rotto il ghiaccio il mattino dopo, in cucina, davanti ad una meravigliosa crostata e diverse caffettiere. Poi ho trascinato Sandro nella saletta di degustazione, posizionato le macchine da ripresa, e gli ho chiesto: Ma perché il vino parla così difficile?
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[…] Sandro Sangiorgi. AIS, Slow Food, Gambero Rosso, Porthos, vino, cibo, sommelierie, intrighi, castighi. Tutto quanto può figurare nella biografia di Sandro: filosofo, scrittore, affabulatore, nonché, non da ultimo, in quanto in primis, divulgatore enologico. Su chi è, chi non è; su cosa ha fatto e quanto ancora potrà fare non è in questa sede che mi interessa discorrere. Piuttosto mi soffermerei sul suo modus exprimendis, che lo rende un oratore alquanto peculiare nell’universo cui appartiene. […]
[…] Sandro Sangiorgi. AIS, Slow Food, Gambero Rosso, Porthos, vino, cibo, sommelierie, intrighi, castighi. Tutto quanto può figurare nella biografia di Sandro: filosofo, scrittore, affabulatore, nonché, non da ultimo, in quanto in primis, divulgatore enologico. Su chi è, chi non è; su cosa ha fatto e quanto ancora potrà fare non è in questa sede che mi interessa discorrere. Piuttosto mi soffermerei sul suo modus exprimendis, che lo rende un oratore alquanto peculiare nell’universo cui appartiene. […]