Questa intervista è durata due anni e mezzo. È iniziata nel febbraio 2011, e l’ho conclusa solo a settembre 2013. È cominciata con difficoltà, perché Maria Teresa Mascarello non usa un cellulare e non utilizza internet. Ma mi era molto piaciuta, nel bel documentario di Paolo Casalis, Langhe Doc, e la sua cantina è uno dei luoghi mitici delle Langhe, e così, dopo diversi tentativi, ero riuscito a strapparle un appuntamento. Ma al mio arrivo, Maria Teresa, scusandosi tantissimo, è fuggita per un impegno non previsto. Delusione iniziale, ma poi ampiamente ripagata dalle riprese in cantina, e dalla passeggiata in vigna, a Cannubi. Era la mia prima volta in una vigna “storica”, ricordo ancora l’emozione di quei momenti: un anfiteatro naturale, vecchie viti, un cielo blu. Mi sono seduto su di un masso, e sono rimasto più di mezz’ora a non far nulla, credo di aver smesso anche di pensare. Forse respiravo.
Sono tornato dopo due anni, e ora sono qui nel piccolo studio di Maria Teresa; intanto che lei prepara il caffè, mi guardo intorno. Tanti libri e molte foto. Riconosco, tra gli altri, Norberto Bobbio, Mario Rigoni Stern, Carlo Petrini; al centro c’è sempre lui, Bartolo, il padre di Maria Teresa. Un padre famoso, tenace difensore dell’identità del Barolo, e delle Langhe tutte. Un maestro, il cui pensiero è ancora una guida per tanti giovani produttori. E, a quanto mi dicono, un uomo estroso, spiritoso, di piacevole conversazione. Non per nulla, la sua cantina è stata anche un luogo di cultura, ci si poteva incontrare Giorgio Bocca o Nuto Revelli, giusto per citare due intellettuali di Langa.
Le radici della famiglia affondano profondamente nelle vigne; il nonno di Bartolo, Bartolomeo, era cantiniere presso la Cantina Sociale di Barolo. Suo padre, Giulio, fondò l’azienda Mascarello nel 1918. Personalità decisa, partecipò alla lotta partigiana, e divenne sindaco di Barolo dopo la Liberazione.
Una bella eredità da portare in spalla, per Maria Teresa. Ma non lasciatevi ingannare dal suo aspetto esile, minuto; per quel poco che l’ho conosciuta, mi sembra aver ereditato tutta la tenacia e la fermezza di famiglia.
video: Mauro Fermariello montaggio: Mauro Di Schiavi
[…] [Foto e filmato: Mauro Fermariello] […]