La notizia è semplice: dei vini presenti a Villa Favorita, l’evento primaverile di VinNatur, dodici su centoquaranta sono risultati positivi alle analisi fatte per verificare la presenza di pesticidi.
La mia prima reazione è stata di stupore (ma perché ci vai, se non te la senti di non trattare?), la seconda di ammirazione per VinNatur (e per Angiolino Maule, energico presidente dell’associazione),
che persegue con tenacia i suoi obiettivi, senza temere le ripercussioni negative che queste comunicazioni possono avere sui consumatori.
La terza è stata di curiosità: ma perché, con tutto il gran parlare che si fa dei vini naturali, la notizia è passata pressoché sotto silenzio?
Per saperne di più, ho caricato il Subaru e sono andato a Gambellara, a sentire direttamente da Angiolino come sono andate le cose.
Just wine dice
credo sia un tema molto attuale. Sono un consulente enologico, per ovvi motivi non credo sia il caso di usare il mio nome nè quello delle aziende per cui lavoro.
Credo che oggi quello dei vini cosidetti “naturali” apra determinati canali di vendita e molte aziende, pur non riconoscendosi nei valori portati avanti da questi gruppi, chiedono di aderire e partecipare alle iniziative da essi organizzate. Purtroppo non ho mai preso parte a VinNatur ma per due anni di seguito sono andato a Cerea per Vini Veri.
“La regola” del lavoro in cantina, che accomuna tutti i produttori aderenti a questo evento è:
a) – utilizzazione esclusiva di lieviti indigeni presenti sull’uva ed in cantina;
b) – esclusione dell’apporto di qualsiasi prodotto di nutrimento, sostentamento, condizionamento quali possono essere le vitamine, gli enzimi e i batteri;
c) – esclusione di ogni sistema di concentrazione ed essiccazione forzata;
d) – utilizzo dell’appassimento naturale dell’uva all’aria, senza alcun procedimento forzato;
e) – esclusione di ogni manipolazione tesa ad accelerare e/o rallentare la fermentazione naturale del mosto e del vino;
f) – fermentazione senza controllo della temperatura;
g) – esclusione di ogni azione chiarificante e della filtrazione che altera l’equilibrio biologico e naturale dei vini;
h) – la solforosa totale non potrà mai essere superiore ad 80 mg/l per i vini secchi e 100 mg/l per i vini dolci.
Se permettete credo di capirne abbastanza di vino, essendo questo il mio mestiere. Credo che le differenze tra vini fermentati a temperatura conrollata e non emergano palesemente all’esame olfattivo e gustativo, basta veramente poco per accorgersene. La stessa cosa per quanto riguarda la filtrazione, un vino filtrato, soprattutto se bianco, è facilmente riconoscibile all’esame visivo.
Degustando i vini delle aziende presenti posso affermare concertezza che almeno il 70 % dei bianchi ed il 50% dei rossi sono stati fermentati a temperatura controllata e che almeno l’80% dei bianchi siano stati filtrati prima dell’imbottigliamento. Queste palesi verità credo siano note anche agli organizzatori che, essendo produttori, hanno una certa conoscenza del vino. Quindi molti dei produttori sono costretti a mentire pur di entrare e gli organizzatori fanno finta di crederci.
Un’altra cosa che mi ha stupito è che, quando una delle aziende che seguo ho chiesto di poter partecipare, le hanno chiesto dei campioni per l’analisi com’è giusto che sia. Poi però parlando con l’organizzatore è emerso che i campioni li chiedono solo ai nuovi entrati e non a chi già presente!
Alla luce di quanto detto credo che questo evento sia una grande truffa per gli ospiti che credono di bere vini “naturali”, prodotti senza alcuna forzatura umana.
Credo non ci sia nulla di male a dichiarare di aver filtrato il vino o di averlo fatto fermentare lentamente per proteggere gli aromi, anche perchè lo fanno praticamente tutti.
Visto che gli organizzatori cercano vini naturali e sinceri, credo che la sincerità dovrebbe essere richiesta in prima battuta a loro a discapito dell’ipocrisia che anima questi eventi.
Ormai il filone dei vini naturali è diventato un prodotto di marketing, esattamente come il Free Wine di Cotarella.
PS complimenti Fermariello, il video è bellissimo e credo che Maule sia una delle poche persone coerenti del filone “naturale”
carlo tabarrini dice
Le bottiglie di vino per le analisi vengono vengono prelevate a tutti !!!!
Fabrizio dice
Credo che il vero tema sia un altro…o meglio, anche un altro, premesso che se chi si erge a paladino della “purezza” invece bara…siamo messi davvero male.
Il punto più cruciale, però, per come la vedo io, è il seguente: è giusto, davvero, definire “naturale”, appropriandosi di un termine che dovrebbe appartenere a tutti coloro che fanno vino in maniera onesta, artigianale e rispettosa delle leggi, oltre che dell’ambiente e dei consumatori, solo ed esclusivamente vini…non filtrati e fermentati senza controllo della temperatura ?
Non è un abuso nei confronti di chi è assolutamente persuaso di fare vini naturali, e buoni, senza doping e in maniera artigianale, e non su scala industriale…ma crede che controllarne la temperatura in fermentazione e filtrarli possa essere una pratica virtuosa?
Chi può arrogarsi il diritto di decidere che l’unica maniera naturale di lavorare è quella che lui ha, legittimamente, scelto…?
Io faccio vino a modo mio…credo in maniera assolutamente naturale ed etica, ma non mi sono mai sognato di codificare i miei “protocolli”, ammesso che ne abbia, o meglio la mia “filosofia” produttiva, e decidere che solo i vini fatti in questo modo possono definirsi naturali.
Boh…forse sono io ad essere strano, ma mi sembra talmente evidente l’iniquità di un simile ragionamento che non capisco come nessuno se ne scandalizzi…
Un saluto cordiale
Fabrizio
maurizio gily dice
just wine non mi pare che lo statuto di vin-natur, che puoi scaricare dal sito, parli di controllo di temperature o filtrazione. Il focus è solo sull’uso di prodotti chimici, non di tecniche fisiche. Se mi sbaglio però ditemelo.
Just wine dice
@fabrizio condivito tutto ciò che hai scritto
@gily il mio era un discorso generico, ho scitato vini veri perchè ho avuto modo di partecipare