La prima volta che ho sentito parlare di Oasi degli Angeli risale a circa tre anni fa. Era di sera, in auto, e ascoltavo una trasmissione radiofonica sul vino (Il Gastronauta? Decanter? Non ricordo più). Alla domanda di un ascoltatore, che chiedeva di una buona bottiglia per fare un regalo, il conduttore rispose senza esitazioni: “Kurni!”
Ne fece una descrizione appassionata, che mi incuriosì non poco, e quando parlò del prezzo, per poco non finivo in un fossato. Giovane ingenuo, solo da poco mi stavo avvicinando ai grandi vini.
Ebbi poi modo di conoscere Eleonora Rossi e Marco Casolanetti a Cerea, per Vini Veri (1,2), ma fu un incontro brevissimo, con promessa di visita in azienda.
Ci sono riuscito solo due anni dopo, e ci arrivo esausto, il navigatore era in vena di scherzi, e mi ha salvato, dandomi le giuste indicazioni, una vecchina nerovestita che, nonostante fossero le due pomeridiane di luglio, era a zappare il suo orto. Ed eccoci qua, nella campagna di Cupra Marittima, anche se per l’atmosfera di casa sembra di essere in Borgogna.
Bottiglie (vuote) francesi, stampe francesi, insomma, non è difficile capire le passioni dei padroni di casa. Che sono gentilissimi, e dopo una chiacchierata con caffè, mi portano in giro per vigne. Scopro in Marco una vena didascalica, da maestro elementare. È molto chiaro, ed è un piacere stare ad ascoltarlo.
L’azienda agricola è di circa cinquanta ettari, di cui circa quindici sono a vigneto. I vini prodotti sono due, il Kurni, da uve montepulciano, ricco e potente, un vino inconfondibile. Il nome viene da un soprannome della famiglia di Eleonora, i Curnì, i cornioli. Pianta elastica e resistente, come i contadini testardi che coltivavano questi terreni poveri e sabbiosi.
L’altro vino, prodotto in piccole quantità, è il Kupra, da un vitigno portato in zona dai pastori sardi. Lo chiamavano Burdu, bastardo, ed è stato ingentilito dai contadini locali in Bordò. In realtà è un grenache, un cannonau, vitigno viaggiatore che spesso ritroviamo sotto diversi nomi in giro per il mondo.
Ci fermiamo per un secondo caffè nell’appartamento in città, con vista sul mare. Sono ammirato da come Marco ed Eleonora riescano a circondarsi di cose belle, senza alcun tipo di sfarzo. Una bellezza austera, d’altri tempi.
Mentre vado via ritrovo la vecchietta nell’orto, in una posizione identica a quella di qualche ora prima. E mi rimane il dubbio di aver interrogato uno spaventapasseri.
video: Mauro Fermariello montaggio: Mauro Di Schiavi
di più: www.kurni.it
Lascia un commento