in breve:
Quota 101 è tra le colline di Torreglia, Padova. Conosco i proprietari, la famiglia Gardina, perché sono vignaioli FIVI, e Silvia, con i suoi begli occhi verdi, è tra le mie modelle preferite al Mercato dei Vignaioli Indipendenti di Piacenza.
Ma oggi di modelli ne avrò tanti, perché ad attendermi c’è la famiglia al completo; Roberto e Natalia, che hanno dato il via all’azienda, e le figlie Silvia e Roberta, che oggi la portano avanti, e per pranzo arriva anche Viola, la figlia di Silvia.
Silvia e Roberta mi accompagnano a fare le riprese in vigna, e intanto raccontano. È Silvia a darmi un quadro dell’azienda: «Quota 101 si trova nei Colli Euganei, ed è un parco regionale in provincia di Padova.
L’azienda ha una superficie vitata di 16 ettari, suddivisi nei comuni di Torreglia (nella zona nord-est dei Colli Euganei) e Baone ( a sud dei Colli). A Torreglia ci sono le uve a bacca bianca (manzoni, tocai, garganega e moscato giallo), mentre a Baone quelle a bacca rossa( merlot, cabernet sauvignon e cabernet franc).
Tutti i vini dei Colli Euganei sono caratterizzati da una bellissima sapidità. Essendo questo un territorio di origine vulcanica, la nota che lo caratterizza è proprio la nota sapida, quasi salata dei suoi vini. Cerco di trasmettere con i miei vini la piacevolezza e la finezza. Ricerco un’eleganza che la zona di Torreglia mi permette di creare nei vini, mentre a Baone cerco nelle uve rosse i profumi, la forza, la solarità che solo nella zona a sud dei Colli si riesce a dare. Abbiamo cercato queste zone così diverse, seppure vicine, proprio perché volevo avere queste due anime all’interno dei vini».
Camminando siano arrivati sotto un grande gelso, proprio nel mezzo dei filari, in una posizione alquanto incongrua per la viticoltura moderna. È Roberta a spiegarmi il motivo della sua sopravvivenza: «Quando abbiamo deciso di piantare il vigneto di fior d’arancio, il moscato giallo, dovevamo predisporre i filari, e il gelso si trovava proprio nel mezzo.
Ci era stato consigliato di abbatterlo, ma proprio sotto l’ombra di questa pianta il nostro cagnolino Lapo amava riposarsi d’estate, mentre noi lavoravamo in campagna. Così è diventato il gelso di Lapo, e Gelso di Lapo abbiamo chiamato il passito fatto con le uve di questo vigneto.
Per pranzo Natalia ha apparecchiato un lungo tavolone sotto il portico. Siamo in tanti a tavola, e cullato dalla brezza estiva e dai vini freschi, mi gusto la bella atmosfera di una famiglia felice. Ma dura poco, che c’è da fare le foto in cantina e qualche volo con il drone.
Roberto mi mostra con orgoglio la nuova cantina, appena terminata: «È stata costruita con i requisiti di certificazione Casa Clima Wine, nel rispetto dell’ambiente ma soprattutto dell’uomo, per il benessere di chi ci lavora e di chi la visita».
«La nostra famiglia è da tre generazioni nelle costruzioni, ma oggi investiamo nel vino. In realtà, noi cercavamo solo una casa sui Colli, e siamo capitati qui, a Quota 101. Ci siamo subito innamorati di questo posto meraviglioso. C’erano anche delle viti, ci siamo detti “vabbè, facciamo un po’ di vino, cosa ci vorrà mai…”, senza immaginare a cosa saremmo andati incontro. La svolta c’è stata quando Silvia ha deciso di non fare più l’avvocato, ma di fare la “contadina” a tempo pieno. Abbiamo capito che le figlie volevano un futuro nel mondo del vino, e allora abbiamo deciso di fare le cose seriamente».
E, giusto a fine intervista, Roberto si lascia andare e mi confessa il suo amore per questa nuova avventura della sua vita: «Il mondo del vino ha rappresentato una svolta dal punto di vista personale. Sono sempre stato un po’ orso, ma da quando mi sono avvicinato al vino le cose sono cambiate completamente. Mi rendo conto che se non fossi entrato in questo mondo mi sarei perso una bellissima fetta di umanità, e questa è la cosa più bella che mi sia capitata. Ho conosciuto una moltitudine di persone che hanno arricchito la mia conoscenza e il mio rispetto nei confronti dell’umanità».
Renzo dice
Complimenti