Arrivo all’appuntamento alle due del pomeriggio. Il muro bianco dove campeggia la scritta Glögglhof mi rimanda lampi di luce accecante. Il termometro del furgone dà 42 gradi.
A portarmi all’ombra e al fresco di una cantina ci pensa Florian Gojer, giovane enologo e figlio di Franz, titolare dell’azienda. Che poi Florian non è così giovane come sembra, visto che ha già messo su famiglia. Lui ci ride su, «sono sempre tutti sorpresi».
Andiamo a cercare Franz, e lo troviamo in sala degustazione alle prese con una cliente giapponese. Mentre preparo il set lo osservo. Ha un aspetto ben piantato, mani forti e uno sguardo che soppesa l’interlocutore. Liberatosi dell’ospite, mi raggiunge al tavolo per l’intervista, mentre Florian provvede alle bottiglie per gli assaggi.
« Siamo a Santa Maddalena, appena fuori Bolzano; è una vecchia zona vinicola, dove il vino ha una lunga storia; territorio di schiava, e di Santa Maddalena. Questo è un vino fatto con la schiava e una piccola parte di lagrein. Il lagrein dà un vino scuro, intenso, che aggiunge al Santa Maddalena tipicità e colore.
Qui troviamo terreni di origine morenica: leggeri, sabbiosi, facilmente permeabili, che si scaldano facilmente. Questo fa sì che siamo sempre un po’ in anticipo nelle varie fasi fenologiche dell’uva rispetto al resto dell’ Alto Adige.
In questo maso si fa vino da generazioni; una volta si vendeva in botte, quasi tutto finiva in Svizzera. Nel ’70 abbiamo iniziato a imbottigliare e a mettere il nostro nome sulle bottiglie. Siamo partiti dall’Alto Adige, ma oramai vendiamo in tutto il mondo.
Lavoriamo cinque ettari e mezzo di proprietà, più due e mezzo in affitto. La schiava è decisamente migliorata, si lavora con tecniche più raffinate, si cerca d’avere uva più matura, più selezionata, e il vino piace più che in passato. Speriamo vada avanti così! », conclude Franz ridendo.
Esco in vigna con Florian, a riprendere qualche grappolo. Mi indica una struttura sulla montagna di fronte, « lì c’è la nostra nuova cantina, a Cornedo all’Isarco, 600 metri d’altitudine. Al momento abbiamo due cantine, qui produciamo i rossi (Schiava e Lagrein) e lassù i bianchi (Sauvignon, Kerner e Pinot bianco). Da quest’autunno sposteremo tutte le lavorazioni a Cornedo, c’è più spazio e si potrà lavorare le uve per gravità, quindi in modo più soffice e delicato, aumentando la qualità del vino».
Intanto passano per la vigna Franz e la moglie Maria Luise, con due ceste piene di pesche meravigliose, e li seguo dentro per assaggiarne una. Ne approfitto per un ultima domanda, qual è il tuo vino? Franz non ha esitazioni, « Io bevo sempre Santa Maddalena. Lo bevo a tutti i pasti, è quello che mi dà più soddisfazione!», e annuisce convinto.
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