video: Mauro Fermariello montaggio: Mauro Di Schiavi
Al mio arrivo a Quart trovo Dauphin, il padre di Vincent (e degli altri quattro fratelli Grosjean che lavorano in azienda) intento a imbottigliare. E’ stato lui, nel ’69, a decidere di fare sul serio e mettere in bottiglia il vino che vendeva sfuso. Da allora, la piccola azienda di 3.000 metri è cresciuta fino ai dieci ettari attuali, circa 110.000 bottiglie prodotte.
Intanto Vincent scende dal muletto, mi stritola una mano e mi porta in campagna, nella vigna Rovettaz, che ondeggia splendida nel vento e nel sole. E proprio queste condizioni climatiche hanno permesso ai Grosjean di passare (tornare, dice lui) al biologico; rame per la peronospora, zolfo per l’oidio e vento per la botrite. Concimi organici per i terreni e solo lieviti indigeni per le fermentazioni.
Vitigni perlopiù autoctoni (mayolet, fumin, cornalin,premetta, petite arvine) e profumati vini che rispecchiano sì il territorio, ma anche il carattere schietto e sincero di Vincent ,che ha lavorato per anni in Regione, come consulente per i viticultori e oggi è presidente dei Viticulteurs Encaveurs; non è solo uno che sa fare il vino, ma lo sa anche pensare. E’ un piacere parlarne con lui, non è mai dogmatico nel pensiero, e girando in vigna si sente il suo piacere a stare lì, a godersi lo spettacolo della valle.
Ogni visita in azienda fa storia a sé, ma ormai so cosa aspettarmi.
C’è l’arrivo, l’ansia di dare una buona impressione, e creare così le basi per un bel lavoro.
Poi i giri a curiosare, per cercare di capire l’azienda, chi ci vive, e catturarne l’atmosfera.
Poi c’è il lavoro pesante, fatto di valigie da scaricare, cavalletti e flash da spostare, camminate, flessioni e “sdraiamenti” nei vigneti, e foto e domande fino a sfinire i malcapitati.
E poi c’è il momento magico, quando è tutto finito, ci si siede nel fresco della cantina a rifiatare, e dal nulla appaiono un tagliere di affettati, un po’ di pane, due bicchieri e una bottiglia.
Vincent Grosjean non fa eccezione, e penso che il fumin ed il lardo che mi ha offerto resteranno fra i migliori ricordi del 2011.
di più: www.grosjean.vievini.it
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