Non aspettatevi il contadino dal volto segnato e le mani callose; piuttosto, Enrico Scavino assomiglia a un direttore di banca, con i suoi modi cortesi e pacati, elegante, pullover blu ed i mocassini lucidi. Eppure di lavoro in campagna deve averne fatto tanto, sono sessantadue le vendemmie sulle spalle. Vorrebbe evitare la video-intervista, “non so parlare in pubblico”, ma poi se la caverà benissimo, nei suoi discorsi si riconoscono passione e competenza.
Ogni cantina rivela il carattere di chi la conduce, e questa è in perfetto ordine, sia nella sala delle vasche che in barricaia, così come nel cunicolo stretto e semibuio dove vengono tenute le bottiglie storiche. Tutto pulito, ogni cosa perfettamente allineata.
Per le riprese, ci sediamo nella sala vasche, la più luminosa. C’è un gran silenzio, si sentono ronzare i neon, e provo a immaginarla sotto vendemmia, quando arrivano i trattori carichi d’uva,l a pigiatrice gira a pieno regime, gli operai corrono avanti e indietro, e i tubi rossi pompano il mosto nelle vasche.
«Siamo a Castiglione Falletto, zona benedetta dal cielo, terra di Barolo. La mia grande fortuna è dovuta a una scelta di mio nonno Lorenzo, che conduceva un’azienda a Grinzane Cavour. Nel 1921 ebbe l’intuizione di trasferirsi, e comprare quest’azienda, qui a Castiglione. Non potrò mai ringraziarlo abbastanza, produrre a Grinzane avrebbe voluto dire rimanere tagliati fuori dall’area del Barolo, uno dei grandi vini mondiali. Mio nonno scelse di spostarsi perché quest’azienda era migliore, ma non poteva certo prevedere il successo futuro del Barolo, fu una decisione fortunata. L’azienda che nacque, nel ’21, era molto diversa da quella attuale; avevamo mucche e vitelli, grano, frutteti e vigneti. Le uve venivano vinificate solo in parte, e la differenza era venduta ai commercianti. Io seguivo mio padre in tutte le lavorazioni, sin da piccolo. Ricordo ancora il giorno (eravamo nel 1951, e avevo appena terminato le scuole elementari) in cui mi chiese: ”Cosa vuoi fare adesso? Vuoi continuare a studiare, o vuoi darmi una mano in azienda?” Io non ho avuto dubbi, avevo in mente la sua immagine di quando tornava a casa la sera, soddisfatto del suo lavoro. Dissi subito di sì, e non dimenticherò mai la felicità che brillò nei suoi occhi in quel momento».
video: Mauro Fermariello montaggio: Mauro Di Schiavi
di più: www.paoloscavino.com
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