La Tenuta Waldgries è alla base della salita che porta al Renon. Ha come sfondo lo scenario del Catinaccio e di fronte la conca di Bolzano, che nel calore di un pomeriggio luglio vibra come un miraggio. Christian Plattner, proprietario della tenuta, mi aspetta nel fresco della cantina, pochi saluti e attacca subito a raccontare: «I primi documenti che testimoniano la produzione di vino in questa tenuta risalgono al 1242. Alla fine fu acquistata da mio nonno, che ha continuato a produrre vino, così come mio padre, e adesso tocca a me. Bolzano è una delle zone più calde d’Italia, e le colline della zona di Santa Maddalena sono ideali per la maturazione dell’uva di varietà Schiava.
Le temperature elevate di giorno, che rinfrescano grazie alla ventilazione di notte, danno vini eleganti ma di buon corpo. È il nostro rosso più importante, qui è sempre stato venduto come Santa Maddalena, con aggiunta di Lagrein, e negli ultimi anni c’è una grande richiesta. A questa altezza abbiamo solo rossi; la zona è troppa calda per i bianchi, che invece produciamo a 600 metri; ho due vigneti ad Appiano, zona di San Valentin, dove produco Sauvignon e Pinot bianco. Qui invece ho tutti i rossi; due Santa Maddalena, un classico ed una selezione, Antheos, e quattro tipi di Lagrein.
Per farse l’Antheos abbiamo ripiantato il vecchio taglio dei nostri nonni, che era fatto non solo di Schiava gentile, ma anche con altri cloni della Schiava (grigia, media, corta) e anche con altre varietà come il Geschlafene. Abbiamo cercato questi cloni in vecchi vigneti, li abbiamo ripiantati e abbiamo ricominciato a fare questo taglio storico, che dà un vino più carico, e ancora più longevo.
Il Moscato rosa viene da una varietà di Moscato rosso, ma che è chiamato coì per le sue belle note di rosa e spezie. È un vino di cui siamo molto fieri, è uno dei pochi rossi dolci al mondo, e ha un’eleganza incredibile.
In media produciamo settantamila bottiglie e, avendo prodotti locali, come Santa Maddalena e Lagrein, il mercato dell’Alto Adige è quello più importante.
Nel vino ci sono praticamente cascato dentro; ero solo un ragazzo quando mio padre subì un incidente, e dovetti farmi carico dell’azienda. Avevo già la passione, poi da giovane non hai paura di niente, così mi son dato da fare, e alla fine direi che è andata bene!»
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