Maurizio Gily è un agronomo piemontese, ma se vi occupate di vino lo sapete già. Ricordo bene la prima volta che ho visto la sua firma. Era un pezzo pubblicato su una guida Slowine, “Elogio del vigneto spettinato“. Poco dopo cominciai a incontrarlo ogni tanto a degustazioni, conferenze, feste di Intravino, ma ho cominciato a conoscerlo davvero seguendolo su facebook. Che si parli di vino o di politica, genetica o abolizione della povertà, Maurizio è sempre misurato ma allo stesso tempo ironico e tagliente. Mi è venuta voglia di intervistarlo e sono andato a tovarlo nel Monferrato. Visto come la moglie Lalla mi ha trattato a pranzo, stavo considerando l’idea di dargli una rubrica settimanale.
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