Stavo intervistando Fiorentino Sandri, della Pojer e Sandri di Faedo, in Trentino, quando a Fiorentino è scappato un accenno a Luigi Veronelli, personaggio mitico del discorso del vino in Italia. Ora, io sono arrivato troppo tardi al vino per poterlo incontrare, ma Veronelli mi ha sempre incuriosito; da ragazzino sfogliavo i numeri di Panorama che giravano per casa, e mi stupivo che si potesse scrivere e discutere di una bottiglia.
Fiorentino Sandri
L’ultima volta che avevo intervistato Fiorentino Sandri era stato nel novembre del 2012, un’intervista doppia col suo amico di una vita, Mario Pojer. Poi ci siamo visti innumerevoli volte in cantina, ma ha sempre preferito farsi da parte, lasciando la scena al vulcanico socio. Però dentro di me ho sempre pensato che Fiorentino avesse tanto da raccontare, e così l’ho inseguito fino ad ottenere una piena confessione. Buona visione!
Papillon e Caratello
Quest’oggi vi tocca un Winestories in versione vannamarchi, ma sono rimasto affascinato dalle ultime creazioni della Pojer e Sandri, Papillon e Caratello, due apribottiglie per vecchie annate. Troppo spesso capita che un bottiglia conservata a lungo e con amore abbia il tappo rovinato, col rischio di guastare una bella serata. I due cavatappi funzionano con il principio della doppia presa; il classico “verme” tiene ancorato il tappo, mentre una doppia lama
Zero Infinito Cremisi
Ogni tanto Mario mi telefona per dirmi “se passi da queste parti, fermati a farci due foto”. Io trovo sempre la scusa per arrivare la sera prima, in modo di usufruire della sua cantina privata e della cucina di Carmela. E la mattina dopo, mentre facevamo le “due foto”, ho scoperto che l’instancabile duo aveva appena fatto uscire un nuovo vino, il fratello dell’ormai rinomato Zero Infinito. Si chiama Cremisi,
Amici Acidi
Aceto. Forse l’elemento più bistrattato delle nostre cucine e, con maggior colpa, anche della gran parte dei ristoranti, che propongono stancamente lo stesso prodotto da trent’anni. Così, cinque amici di lunga data si sono messi insieme per far conoscere a tutti le potenzialità dell’aceto, e si son dati il nome di Amici Acidi. Vengono da esperienze diverse – vino, miele, ristorazione – e sono: Hans Peter Widmann (Baron Widmann), Joško
Brandy Italiano Artigianale
Il Brandy Italiano Artigianale. Non pensate a quelle tristi bottiglie polverose usate nei bar per correggere caffè mal riusciti. Pensate invece a liquori sopraffini, opera di quattro amici che, ognuno con le proprie caratteristiche, distillano con passione i propri vini. Loro sono Gianni Capovilla (Capovilla Distillati), Bruno Pilzer (Pilzer Distilleria), Mario Pojer (Pojer e Sandri), Guido Fini Zarri (Villa Zarri). Si sono incontrati nella sede milanese della Neff per far
La camera del tesoro
Una visita nelle stanze segrete, anzi, nella schatzkammer, la camera del tesoro dell’azienda Pojer e Sandri. Un patrimonio di bottiglie e conoscenze lungo quarant’anni. La voce che ci accompagna è di Mario Pojer, ma tanto lo sapete già.
I distillati di Pojer e Sandri
Che io capisca poco di vino, è cosa abbondantemente risaputa. Ma forse non tutti sanno che di distillati ne so ancora meno. Così, quando di passaggio alla Pojer e Sandri (Faedo, Trentino) mi sono imbattuto in un gruppo in visita alla distilleria, non ho resistito all’idea di registrare la lezione di Mario Pojer sull’argomento. Che è interessante di per sé, ma che Mario restituisce con una tecnica sopraffina. Gesticola con
Pojer e Sandri, perché?
Come si sceglie un’azienda vinicola? Come si arriva, tra le migliaia di cantine presenti al Vinitaly, proprio in quello stand? Si fanno i compiti a casa? Si ascoltano i consigli di un amico? Una botta di fortuna? Mai messi tanti punti interrogativi, mi sembra di essere Arbasino. Ma le domande me le sono fatte davvero. Anzi, le ho fatte ai visitatori (felici) della Pojer e Sandri. Dalle loro risposte, anche
Pojer e Sandri – Una visita
Quando l’amico Mario Pojer mi ha chiamato per dirmi che, insieme al socio Fiorentino Sandri, avevano deciso di rinnovare l’archivio video-fotografico, ne sono stato molto felice. Per vari motivi. Innanzitutto perché tornare in Trentino è sempre un gran piacere, poi perché lavorare in un’azienda che si conosce bene è un bel modo di rivedere vecchi amici, e infine perché sapevo di poter contare sul tortèl di patate di Carmela. Tutto