Gioacchino Garofoli, la più antica casa vinicola delle Marche. Così recita la testata del sito internet, e questo basta a incutermi un certo timore. La sede è a Loreto, una lunga facciata color panna, i cui archi e il piazzale assolato mi fanno pensare ad una hacienda andalusa. Sono in leggero anticipo, e resto in attesa nel grande atrio d’ingresso, a sfogliare libri e riviste enologiche che han parlato
Villa Bucci
Ostra Vetere, località Pongelli. Ci si arriva superando colline coltivate a grano e girasole, lungo strade deserte come solo nelle pubblicità di automobili. Ampelio Bucci mi sta aspettando, ma prima di iniziare facciamo un salto al bar per un caffè – la sua cortesia non prevede un approccio al lavoro troppo rude – e una breve visita in azienda. La sede è costituita da diversi edifici, strutture semplici, da vecchia
Tenuta Cocci Grifoni
«Il mondo dell’enologia è vivere gli angoli della cantina, sentire il rumore del vino, ascoltare le fermentazioni, assistere i travasi, agganciare i morsetti, preparare i piedi di fermentazione…tutte piccole cose che fanno un insieme, e questo insieme è l’anima di quel vino. Il vino non è una cosa sterile, un vino deve emozionare; devi partire dall’uva, e trasferire quest’anima nella materia finale. Di un vino bisogna prendersi cura, custodirlo, rispettarne
Stefano Mancinelli
Arrivo in paese, e mi basta chiedere che subito vengo indirizzato alla cantina di Stefano Mancinelli. Un cortile, e un ingresso che è anche rivendita ed esposizione dei prodotti. Il locale è piccolo e affollato. Alla cassa c’’è Fabio, il padre di Stefano. Poi, a sistemare bottiglie sugli scaffali, lo stesso Stefano, il figlio Luca, con maglia dell’Inter, e Valentina, che da una mano in negozio. Stefano ha il fisico
Moroder
“Siamo nella zona di produzione del Rosso Conero, piccola Doc marchigiana; è stata la prima ad essere istituita, nel 1967. Dal punto di vista geografico è sono le colline intorno al monte Conero. È un’area limitata, di circa 400 ettari di vigneti. Il Conero è un promontorio montuoso circondato dal mare, pochi chilometri a sud di Ancona. L‘azienda è all’interno del Parco Naturale del Monte Conero, una zona molto vocata
Malacari
Noialtri, tuttalpiù, abbiamo il nostro nome scritto col pennarello sulla targhetta del citofono. Alessandro Starrabba Malacari ce l’ha inciso nel marmo (e in latino, Malacarius), sulla lastra a forma di mezzaluna che sovrasta il grande portone verde di Villa Malacari, a Offagna. La villa è del seicento, pareti rossastre ricoperte d’edera, giardino all’italiana, vialetti di ghiaia e grandi alberi ombrosi. Al piano terra c’è la cantina, e al primo gli
Fattoria Mancini
Ci fermiamo in cima a un poggio, da cui possiamo vedere i filari in prospettiva, e i ragazzi che vendemmiano. Sono con Luigi Mancini, della Fattoria Mancini, di Pesaro, e siamo alle Rive di Focara, in un vigneto di Pinot nero. È un lascito dell’amministrazione napoleonica, che nel 1810 piantò questo vitigno in diverse tenute della costa adriatica. Il Pinot nero faceva parte di una serie di sperimentazioni effettuate su
Aurora
Sono di nuovo a Offida, a visitare l’azienda Aurora, due anni dopo la mia prima visita. È sempre un piacere essere qui, e oramai mi sento un po’ di casa. Come l’altra volta, è Federico Pignati ad accogliermi. “L’azienda Aurora è nata nel 1979. Eravamo un gruppo di amici, poi diventati soci, che si sono messi insieme per lavorare in modo diverso; volevamo un lavoro in cui ci si potesse
Fattoria San Lorenzo
Natalino ha un fisico robusto, compatto, e capelli corti e dritti che sembrano spilli neri conficcati in testa. Sorride spesso, e ha l’occhio sveglio. Decidiamo di cominciare l’intervista nella Vigna delle Oche. Mentre andiamo, non sono neanche duecento metri da casa, ho modo di vedere qualche oca in cortile. “Il nome della vigna viene proprio da loro, dalle nostre oche. In primavera sono più di cinquanta a razzolare nel
Oasi degli Angeli
La prima volta che ho sentito parlare di Oasi degli Angeli risale a circa tre anni fa. Era di sera, in auto, e ascoltavo una trasmissione radiofonica sul vino (Il Gastronauta? Decanter? Non ricordo più). Alla domanda di un ascoltatore, che chiedeva di una buona bottiglia per fare un regalo, il conduttore rispose senza esitazioni: “Kurni!” Ne fece una descrizione appassionata, che mi incuriosì non poco, e quando parlò del