La seconda parte della conversazione tra Lino Maga, Emidio Pepe e Sandro Sangiorgi, al Live Wine 2015.
Bardolino e Chiaretto
C’ero già stato l’anno scorso, alle Anteprime del Bardolino e del Chiaretto, a Lazise, sul lago di Garda. E mi ci sono trovato bene visto che, puntuale alle 10, domenica mattina ero lì in prima posizione all’apertura. E vista la splendida giornata quasi estiva, ho deciso di puntare tutto sul Chiaretto, quest’anno più chiaro che mai.
Sandro Boscaini – Masi
Mister Amarone. Lo chiamano così, Sandro Boscaini, e il titolo se l’è meritato sul campo. D’altra parte, se nasci in una casa dove in soffitta c’è uva che matura, e in cantina uva che fermenta, hai poche vie di scampo. In realtà, il padre di Sandro aveva per lui altri progetti. Conosceva la fatica delle vigne, e volentieri l’avrebbe risparmiata al figlio. Erano anni di grandi produzioni e piccoli prezzi.
Allegrini
Marilisa Allegrini, per definizione, non c’è. È a Dubai, a Londra, Shangai o Mosca. È una mutazione genetica dell’antico vignaiolo, che per promuovere i propri vini passa più tempo in volo che tra i filari. Tutto questo è possibile perché Marilisa non è sola nel suo lavoro, ma ha nel fratello Franco il suo alter ego, che di aerei non vuole saperne, e che alle frenetiche fiere preferisce il silenzio
Speri
Non avevo veramente capito l’amore che da queste parti mettono nei loro vini, fino a che non è arrivato l’autunno. Solo allora ho potuto vedere i fruttai in azione, con le uve ben distese, grappolo per grappolo. La sensazione è che qui ogni singolo acino sia considerato decisivo per la riuscita di un buon vino. Di fruttai ce n’è di ogni tipo e dimensione. Una volta erano nei solai delle
Umani Ronchi
Umani Ronchi, ad Osimo, in cantina con Michele Bernetti. «Mio padre sull’inglese era un autodidatta, ma non si lasciava scoraggiare, se la cavava inventando le parole, “please, give me the cavatapp”. In fiera dava spettacolo, ma ha sempre avuto la capacità d’arrangiarsi, e di andare avanti. Le difficoltà di confrontarsi con un mondo distante dal nostro non lo scoraggiavano. Partiva per New York, con la valigia carica di bottiglie, senza
Tedeschi
Una bella giornata in campagna, con Sabrina Tedeschi. Dapprima a Mezzane, nella tenuta di Maternigo. Poi nei vigneti di San Giorgio, per visitare il vigneto de La Fabriseria, e infine in azienda, a Pedemonte. Lì ho avuto modo di conoscere anche Antonietta e Riccardo, i fratelli con cui conduce l’azienda di famiglia, e infine Renzo, il papà, di cui Sabrina mi aveva parlato a lungo nei nostri giri. Perché è
Villa Bucci
Ostra Vetere, località Pongelli. Ci si arriva superando colline coltivate a grano e girasole, lungo strade deserte come solo nelle pubblicità di automobili. Ampelio Bucci mi sta aspettando, ma prima di iniziare facciamo un salto al bar per un caffè – la sua cortesia non prevede un approccio al lavoro troppo rude – e una breve visita in azienda. La sede è costituita da diversi edifici, strutture semplici, da vecchia
Tenuta Cocci Grifoni
«Il mondo dell’enologia è vivere gli angoli della cantina, sentire il rumore del vino, ascoltare le fermentazioni, assistere i travasi, agganciare i morsetti, preparare i piedi di fermentazione…tutte piccole cose che fanno un insieme, e questo insieme è l’anima di quel vino. Il vino non è una cosa sterile, un vino deve emozionare; devi partire dall’uva, e trasferire quest’anima nella materia finale. Di un vino bisogna prendersi cura, custodirlo, rispettarne
Lorenzo Begali
L’azienda Begali è in località Cengia, a San Pietro in Cariano. È giusto a metà strada tra le aziende di Monte Dall’Ora e Villa Bellini, potete visitarle tutte in un solo giro. Ed è stata proprio Cecilia Trucchi, di Villa Bellini, a indirizzarmi da Lorenzo Begali. “Non puoi non conoscerlo, è un pezzo di storia della Valpolicella. Se hai poco spazio nel libro, piuttosto metti lui”. Mi lascio convincere dall’entusiasmo
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